... all'undicesimo della ripresa eccolo scendere agevole e felpato sulla fascia sinistra, si avvita su se stesso, esegue un loop, dimentica la palla quattro passi indietro, ma la aspetta sicuro e beffardo... eccola, è tra i suoi piedi, fresca, tonda, soda... ma un vuoto di memoria lo induce alla riflessione: perchè stava lì quella fresca sera autunnale, in mutande e maglietta, sudato e puzzolente? Attorno a lui volti sconosciuti lo incitavano: "e passa sta cazzo de palla!!!!! ma che 'tte sei rincojonito??" Non li conosceva, non sapeva perchè lo chiamavano e lo ingiuriavano, gli urlavano dietro frasi irripetibili. Poi un intervento a forbice del terzino destro lo riportò alla realtà: la contusione e la distorsione conseguenti all'intervento assassino gli dolevano, certo; ma era tornato!!!! Era di nuovo in campo, anche se i suoi compagni lo avevavo scalciato fuori dalla riga bianca, all'altezza del corner, per non intralciare la ripresa del gioco. Ma era tornato. Si rialzò faticosamente, squassato dal dolore e nell'insofferenza di tutti gli altri mutandati. Camminava a fatica e gli occhi gli si riempirono di lacrime: erano di gioia. Stava finalmente riassaporando l'emozione dei dolori da footbal: guadagnò la panchina in preda all'euforia e una volta seduto iniziò a massaggiarsi la caviglia; erano anni che non assaporava queste gioie. Si leccò l'abrasione come un cane. Poi salutò tutti, si diresse verso la doccia ma non lo rivide più nessuno.

martedì 25 novembre 2008

Campo Neutro.

Ohhh! Very Chic!!

Serata di gran Gala ieri sera al fiammante centro sportivo Eschilo1, che è stato il palcoscenico dell’attesissimo derby tra Gialli e Ramarro’ssi. Le squadre hanno quindi giocato in campo neutro. Dall’ipercriticato e malandato Eschilo2, rustico, umido e campagnolo, ci si è quindi trasferiti nella nuova struttura, moderna, accogliente, climatizzata e di pregevole fattura. Ma non tutto è andato per il meglio.

1) La Hall: lussuosissima. Tempestata di specchi, strass e pareti mobili è il cuore della struttura sportiva. Ma la temperatura in alcuni angoli raggiungeva i 45°C e questo, sebbene inducesse molte avvenenti fanciulle a girare in mutande, per la gioia dei testosteronici atleti, nondimeno ha causato loro un primo tracollo. Erano infatti talmente bardati per affrontare il gelo esterno che al momento di attraversare la Hall alcuni sono svenuti per la forte e repentina evaporazione di umori. Reidratati con infusi di ginepro e mangrovia sono poi regolarmente scesi in campo tutti quanti.
2) Il fondo di gioco: composto da un prato sintetico in elegantissimo Tweed, nella variante scozzese Tartan ( di seguito il link al sito sul quale potrete veramente divertirvi a comporre un tessuto Tartan a vostro piacimento: http://www.tartanmaker.com/ ) ha causato numerosi problemi di vista a tutti i giocatori. Infatti è ormai assodato che la “spigatura” troppo fitta e lo scarso contrasto “verde medio-verde chiaro” disturbano il calciatore amatoriale che anziché concentrarsi sull’azione di gioco preferisce mettersi a contare le righine con conseguenti episodi di vertigine e di disorientamento.
3) Le righe del campo: realizzate in soffice vigogna di prima qualità, morbidissime e piacevolmente calde al tatto, ma malamente posizionate a 35 centimetri sotto il piano di calpestìo, hanno costretto i calciatori ad intervallare corsa e saltelli fino allo sfiancamento. Pochissimi atleti sono riusciti a rompere il fiato, tutti gli altri hanno avuto bisogno del respiratore artificiale ed in due casi si è ricorsi alla camera iperbarica. Solo a fine gara ci si è accorti che mancava all’appello un calciatore, che pare sia stato inghiottito in uno dei crepacci in cui è alloggiata la vigogna, durante una fuga sulla fascia destra.
4) Le porte: se ne sono contate almeno 12. Due erano regolamentari, orientate da Nord a Sud, ma inizialmente i portieri si sono rifiutati di prenderci posto perché troppo ampie e perché il rivestimento retrò dei pali non legava col completo sblusato dei due gol-keeper. Altre quattro erano con altezza pari ai 3/5 di quella regolamentare e larghezza di 5/16 inferiore, sicché valide, ma troppo esposte ai monsoni australi per cui, dopo accurata ispezione, sono state scartate. Altre quattro ancora, ricavate direttamente per imbutitura sulla recinzione del campo, risultavano essere fuori norma, essendo alte appena 1/5 dei 5/23 dell’altezza regolamentare e larghe poco più di radice di 7 alla 2 potenza. Si è ripiegato allora sulle ultime due, di misure perfette ma incassate nel suolo di gioco, tanto che le traverse erano appena appena visibili, e blindate. I portieri hanno avuto buon gioco sugli attaccanti, ma non hanno potuto seguire la partita, e anzi nei momenti di maggior pioggia hanno dovuto spalare l’acqua e la fanghiglia che si formava nella loro trincea.
5) L’illuminazione: le tecnologie a disposizione sono state piegate all’esigenza estetica del quartiere Axa, zona molto signorile del sud-est di Roma. Per cui al posto dei classici proiettori si è optato per una serie di lampadari a diciotto bracci di Murano e ad una sessantina di appliques laterali in bronzo, raffinatissime. Tutti i lumi sono alimentati a petrolio e dall’esterno il campo ha un aspetto pregevole, molto intimo, soft. Ma in campo non si vedeva una ceppa ed il fumo di tutti i moccoli a petrolio causava irritazioni alle vie oculari ed alle mucose. Inoltre a fine gara le due squadre hanno dovuto versare un supplemento per la riparazione di alcuni candelabri d’epoca, posti vicino alla riga mezzana, che sono stati demoliti durante la partita.
6) Gli spogliatoi: vera chicca del complesso sportivo, sono stati realizzati dallo studio associato Bekk & Bauer & Sepp & Maier di Dresda che si sono avvalsi delle migliori tecnologie costruttive, non senza un occhio di riguardo alla bio-edilizia. L’idea vincente è stata quella di assemblare a cazzo di cane una serie di corridoi paralli tra di loro per offrire la massima profondità visiva, collegandoli con un’altra fittissima rete di sottopassaggi sempre paralleli tra loro. I soffitti sono stati ribassati, per inserire uno strato di materiale isolante e favorire il contenimento termico, e la loro quota massima è stata posta a 147 centimetri a tutto vantaggio del senso di profondità di tutto l’insieme, anche se poi costringono a camminare ingobbiti. Le porte e gli infissi sono in viper-glass ghepardato, un materiale riciclato che lascia vedere da fuori senza peraltro riuscire a vedersi da dentro. Gli arredi sono in smidollite, firmati dall’architetta Floe Valsecchi, dello studio Floe&Valsecchi&Floe& ecc… ecc…. che con un’opera mirabile ha recìso ed intessuto uno ad uno i fuscelli di smidollite indiana, curvarndoli ai suoi desideri con antiche tecniche tantriche; indi li ha tinteggiati amorevolmente uno ad uno in tutte le sfumature del fucsia, ed infine glieli hanno fatti posizionare all’esterno del complesso sportivo per non rovinare la profondità visiva degli spogliatoi. Analogamente è stato fatto con le docce, che all’interno avrebbero volgarizzato il gioco prospettico dell’opera, e dunque sono state posizionate all’aperto, rifornite tuttavia di sola acqua fredda in omaggio ai sani principi di una volta.
7) Era ovvio che tutto questo mandasse a puttane la partita….
8) Torniamo all’Eschilo 2 !!!!

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