... all'undicesimo della ripresa eccolo scendere agevole e felpato sulla fascia sinistra, si avvita su se stesso, esegue un loop, dimentica la palla quattro passi indietro, ma la aspetta sicuro e beffardo... eccola, è tra i suoi piedi, fresca, tonda, soda... ma un vuoto di memoria lo induce alla riflessione: perchè stava lì quella fresca sera autunnale, in mutande e maglietta, sudato e puzzolente? Attorno a lui volti sconosciuti lo incitavano: "e passa sta cazzo de palla!!!!! ma che 'tte sei rincojonito??" Non li conosceva, non sapeva perchè lo chiamavano e lo ingiuriavano, gli urlavano dietro frasi irripetibili. Poi un intervento a forbice del terzino destro lo riportò alla realtà: la contusione e la distorsione conseguenti all'intervento assassino gli dolevano, certo; ma era tornato!!!! Era di nuovo in campo, anche se i suoi compagni lo avevavo scalciato fuori dalla riga bianca, all'altezza del corner, per non intralciare la ripresa del gioco. Ma era tornato. Si rialzò faticosamente, squassato dal dolore e nell'insofferenza di tutti gli altri mutandati. Camminava a fatica e gli occhi gli si riempirono di lacrime: erano di gioia. Stava finalmente riassaporando l'emozione dei dolori da footbal: guadagnò la panchina in preda all'euforia e una volta seduto iniziò a massaggiarsi la caviglia; erano anni che non assaporava queste gioie. Si leccò l'abrasione come un cane. Poi salutò tutti, si diresse verso la doccia ma non lo rivide più nessuno.

martedì 4 novembre 2008

Rossi RIALZATEVI!!

Dopo la quinta sconfitta consecutiva per 2-0 è caos sul ritiro: l’allenatore lo esclude, Stellino lo ufficializza subito dopo: «Ci è mancata la cattiveria per sfruttare le occasioni. La situazione è difficile e del tutto imprevista. Ma c’è la voglia di reagire» «Facciamo fatica a uscire da questo momento no. Il mio futuro? Continuerò a fare quello che è giusto poi valuterà la società»

Per capire il momento dei Rossi, seguiteci con attenzione. Luis Rober Minozzi sta tenendo la conferenza stampa del dopo partita. Arriva, inevita­bile, la domanda se la squadra, dopo questo ennesimo patatrac, continuerà a rimanere in ritiro. Secco il no del tecni­co, motivato con il fatto che «la squadra ha un blocco psicologico, non credo che andare in ritiro sia la soluzione giusta» . E fin qui, niente da dire. Il fatto è che dopo pochi minuti, in sala stampa si pre­senta anche il direttore sportivo vermiglio, Alfredo Stellino. E, non avendo senti­to nulla di quello che aveva detto "El Tanghero", annuncia «si torna in ritiro» . Risa­te e risolini generali che Minozzi non prende per niente bene. Ribadendo pu­re il suo dissenso sulla scelta del ritiro. Che Stellino, al contrario, difende, consi­derandolo «una presa di coscienza im­portante da parte della squadra in un momento come questo» . Leggetela come volete, in ogni caso una verità ci sta tut­ta, ovvero la parola confusione che, in un momento come questo, rischia di ge­nerare altri guai. Perché il precipizio continua. Non da­te retta a quelli che dicono, da settima­ne, che si è toccato il fondo. Si continua ad andare oltre. Una crisi senza fine con numeri che sono sempre più raccapric­cianti: quinta sconfitta in campionato in cinque gare, ottava su tredici partite uffi­ciali, altri due gol al passivo per una di­fesa che continua ad essere, comunque la si rigiri, la peggiore di tutte. E, proba­bilmente questa è la cosa più preoccu­pante, la sensazione che invece di mi­gliorare, magari anche a piccoli passi, la situazione peggiori di partita in partita. La faccia di Luis Robèr Minozzi è tutto un program­ma. Neppure lui che, pure, qualche pre­occupazione estiva l’aveva manifestata, avrebbe mai immaginato di dover fare i conti con una classifica che, se si volta dietro, mette spavento. Anche se ieri se­ra, nel dopo partita, il tecnico domenicano ha provato a non puntare troppo il dito nei confronti dei giocatori: «Siamo entrati bene in campo, nella prima parte della partita abbiamo creato qualche occasio­ne, ma è mancata la cattiveria sotto por­ta, quella cattiveria che ci avrebbe per­messo di sfruttare almeno una di quelle due palle gol create per ridurre lo svantaggio. Non è successo e quando Ortu ha trasformato in gol quel calcio di punizione, tutta la squadra si è intimori­ta, abbiamo avvertito la paura di perde­re e non siamo più riusciti a fare quello che avevamo fatto sino a quel momento. E, ripeto, fino al gol di Ortu, i miei erano stati bravissimi e avremmo meri­tato di segnare». Riesce difficile essere d’accordo, a meno che Minozzi dia a bravissimi una valenza diversa dalla nostra. Bravissimi sono stati i Rossi degli anni scorsi, quelli che non ci sono più e nessuno, pare, da Pomezia a Monteverde, sa dove possano essere finiti. Tutto sa­rà, visto l’andazzo, meno che semplice uscire da questo incubo senza fine, sen­za contare che ormai anche l’infinita pa­zienza dei tifosi è finita: «La situazione è difficile, questo mi pare chiaro, ed è una situazione imprevista. Questi Rossi hanno bisogno di entusiasmo e tranquillità per giocare bene, in questo momento non abbiamo né entusiasmo, né tanto­meno serenità e questo non facilita una reazione positiva. Io, nonostante tutto, ho visto la predisposizione da parte di tutti a voler reagire, ma un conto è voler­lo fare, un altro è farlo. Facciamo una faticaccia a ribaltare questa situazione e per questa ragione io come primo obiettivo è quello di tenere squadra e giocatori il più sereni possibili. Rispetto al passato ci mancano tante cose, a par­tire dal movimento senza palla. Il mio futuro? La società mi è sempre stata vi­cina, io continuo a credere nel lavoro e in questa squadra, proseguirò a fare quello che ritengo giusto. Poi tutte le al­tre valutazioni, come è giusto, le deve fa­re la proprietà».
Correre è Sport - Augusto Druso

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