Dopo la quinta sconfitta consecutiva per 2-0 è caos sul ritiro: l’allenatore lo esclude, Stellino lo ufficializza subito dopo: «Ci è mancata la cattiveria per sfruttare le occasioni. La situazione è difficile e del tutto imprevista. Ma c’è la voglia di reagire» «Facciamo fatica a uscire da questo momento no. Il mio futuro? Continuerò a fare quello che è giusto poi valuterà la società»
Per capire il momento dei Rossi, seguiteci con attenzione. Luis Rober Minozzi sta tenendo la conferenza stampa del dopo partita. Arriva, inevitabile, la domanda se la squadra, dopo questo ennesimo patatrac, continuerà a rimanere in ritiro. Secco il no del tecnico, motivato con il fatto che «la squadra ha un blocco psicologico, non credo che andare in ritiro sia la soluzione giusta» . E fin qui, niente da dire. Il fatto è che dopo pochi minuti, in sala stampa si presenta anche il direttore sportivo vermiglio, Alfredo Stellino. E, non avendo sentito nulla di quello che aveva detto "El Tanghero", annuncia «si torna in ritiro» . Risate e risolini generali che Minozzi non prende per niente bene. Ribadendo pure il suo dissenso sulla scelta del ritiro. Che Stellino, al contrario, difende, considerandolo «una presa di coscienza importante da parte della squadra in un momento come questo» . Leggetela come volete, in ogni caso una verità ci sta tutta, ovvero la parola confusione che, in un momento come questo, rischia di generare altri guai. Perché il precipizio continua. Non date retta a quelli che dicono, da settimane, che si è toccato il fondo. Si continua ad andare oltre. Una crisi senza fine con numeri che sono sempre più raccapriccianti: quinta sconfitta in campionato in cinque gare, ottava su tredici partite ufficiali, altri due gol al passivo per una difesa che continua ad essere, comunque la si rigiri, la peggiore di tutte. E, probabilmente questa è la cosa più preoccupante, la sensazione che invece di migliorare, magari anche a piccoli passi, la situazione peggiori di partita in partita. La faccia di Luis Robèr Minozzi è tutto un programma. Neppure lui che, pure, qualche preoccupazione estiva l’aveva manifestata, avrebbe mai immaginato di dover fare i conti con una classifica che, se si volta dietro, mette spavento. Anche se ieri sera, nel dopo partita, il tecnico domenicano ha provato a non puntare troppo il dito nei confronti dei giocatori: «Siamo entrati bene in campo, nella prima parte della partita abbiamo creato qualche occasione, ma è mancata la cattiveria sotto porta, quella cattiveria che ci avrebbe permesso di sfruttare almeno una di quelle due palle gol create per ridurre lo svantaggio. Non è successo e quando Ortu ha trasformato in gol quel calcio di punizione, tutta la squadra si è intimorita, abbiamo avvertito la paura di perdere e non siamo più riusciti a fare quello che avevamo fatto sino a quel momento. E, ripeto, fino al gol di Ortu, i miei erano stati bravissimi e avremmo meritato di segnare». Riesce difficile essere d’accordo, a meno che Minozzi dia a bravissimi una valenza diversa dalla nostra. Bravissimi sono stati i Rossi degli anni scorsi, quelli che non ci sono più e nessuno, pare, da Pomezia a Monteverde, sa dove possano essere finiti. Tutto sarà, visto l’andazzo, meno che semplice uscire da questo incubo senza fine, senza contare che ormai anche l’infinita pazienza dei tifosi è finita: «La situazione è difficile, questo mi pare chiaro, ed è una situazione imprevista. Questi Rossi hanno bisogno di entusiasmo e tranquillità per giocare bene, in questo momento non abbiamo né entusiasmo, né tantomeno serenità e questo non facilita una reazione positiva. Io, nonostante tutto, ho visto la predisposizione da parte di tutti a voler reagire, ma un conto è volerlo fare, un altro è farlo. Facciamo una faticaccia a ribaltare questa situazione e per questa ragione io come primo obiettivo è quello di tenere squadra e giocatori il più sereni possibili. Rispetto al passato ci mancano tante cose, a partire dal movimento senza palla. Il mio futuro? La società mi è sempre stata vicina, io continuo a credere nel lavoro e in questa squadra, proseguirò a fare quello che ritengo giusto. Poi tutte le altre valutazioni, come è giusto, le deve fare la proprietà».
Correre è Sport - Augusto Druso
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