Il vecchio Franck non aveva mai visto nulla del genere, eppure la sua lunga vita l’aveva portato praticamente in ogni angolo del Far West. Incredulo, quasi disgustato, iniziò a raccontare con la sua voce stridula… “mi ricordo –disse- di quando a Winnemucca nel Nebraska il reverendo George fece fuggire il bandito Josemhite, a calci in culo, evitando che rapinasse la vecchia Ashton. E ricordo perfettamente che prese a calci in culo anche il cavallo di Josemhite ché non voleva andarsene. Mi ricordo di quando Erick la cavalletta si scolò una bottiglia di whisky senza pagare e fu rincorso dallo sceriffo Sullivan: Erick saltò dalla balaustra del saloon di O’Leary, a Sacramento, e atterrò a Roseville, trenta miglia a nord-ovest… ma questa non l’avevo mai vista… C’ero anche quella volta, a Pueblo, quando arrivò Sally dalle gambetoste con tutte le sue amiche: Nina, Gina, Pina, Lina, Mina…Rina, Dina…e… -e qui il vecchio Franck si commosse- …Cina…la ragazza orientale… beh, nessuno nel raggio di venticinque miglia andò più a lavorare per una settimana. Bei tempi –disse, e sputò sul tronco- bei tempi… Guardò verso il tramonto, quasi si commosse e riprese… Bei tempi quelli di Mama Daisy… sapeva cucinare come poche donne… in un modo o nell’altro, io e Freddie lo svelto, riuscivamo sempre a farci invitare a cena da Mama Daisy, a Santa Fè, e poi con la scusa che s’era fatto tardi restavamo lì a dormire e provavamo a… fu veramente una brutta nottata quando ci accorgemmo che Mama Daisy si chiamava Patrick O’Brian e ci randellò di santa ragione. Franck sputò sul muro, arricciò gli occhi contro il sole, e sputò sullo sputo sul muro e lo centrò e disse: ma questa non l’avevo mai vista… Poi riprese, più stridulo di prima… “c’ero anche a Topeka… sissignore, c’ero anche lì e vidi coi miei occhi la famosa rapina alla Banca Allstorm…quella del bandito Gerry il roscio…che storia quella: Gerry e i suoi compari da diversi mesi stavano cercando di sistemare la faccenda, in paese non si parlava d’altro; ma per un motivo o per l’altro la banca restava lì, illibata come mia sorella Gisèle, che Dio l’abbia in gloria; eeh! Gerry le provò tutte: con le pistole, col mitragliatore, con la dinamite ma la banca resisteva. Allora provò a rastrellare le azioni della banca, poi lanciò un’OPA amichevole ma venne rifiutata da Allstorm in persona… non c’era nulla da fare, finché un giorno ebbe l’idea vincente: comprò il terreno intorno alla banca, lo recintò e ci riversò la sua mandria di ventisettemila mucche… dopo tre giorni Allstorm personalmente consegnò le chiavi della banca a Gerry, che ne divenne il nuovo presidente. Bei tempi, maledettamente belli -disse il vecchio Franck e si sputò su uno stivale- ne succedevano di tutti i colori, ma questa… proprio non l’avevo mai vista… Solo allora osai chiedere al vecchio Franck a cosa alludesse. Lui mi guardò di sbieco per due lunghi minuti, il tempo non passava mai e reggevo a fatica il suo sguardo. Si scolò il whisky e s’accese un mozzicone, mi riguardò con malcelato disprezzo e sputò tre-quattro volte e poi, con lo sguardo perso nel vuoto, a mezza voce, disse “Una tripletta di Andrea Dei, giovanotto… non l’avevo mai vista…!!
... all'undicesimo della ripresa eccolo scendere agevole e felpato sulla fascia sinistra, si avvita su se stesso, esegue un loop, dimentica la palla quattro passi indietro, ma la aspetta sicuro e beffardo... eccola, è tra i suoi piedi, fresca, tonda, soda... ma un vuoto di memoria lo induce alla riflessione: perchè stava lì quella fresca sera autunnale, in mutande e maglietta, sudato e puzzolente? Attorno a lui volti sconosciuti lo incitavano: "e passa sta cazzo de palla!!!!! ma che 'tte sei rincojonito??" Non li conosceva, non sapeva perchè lo chiamavano e lo ingiuriavano, gli urlavano dietro frasi irripetibili. Poi un intervento a forbice del terzino destro lo riportò alla realtà: la contusione e la distorsione conseguenti all'intervento assassino gli dolevano, certo; ma era tornato!!!! Era di nuovo in campo, anche se i suoi compagni lo avevavo scalciato fuori dalla riga bianca, all'altezza del corner, per non intralciare la ripresa del gioco. Ma era tornato. Si rialzò faticosamente, squassato dal dolore e nell'insofferenza di tutti gli altri mutandati. Camminava a fatica e gli occhi gli si riempirono di lacrime: erano di gioia. Stava finalmente riassaporando l'emozione dei dolori da footbal: guadagnò la panchina in preda all'euforia e una volta seduto iniziò a massaggiarsi la caviglia; erano anni che non assaporava queste gioie. Si leccò l'abrasione come un cane. Poi salutò tutti, si diresse verso la doccia ma non lo rivide più nessuno.
martedì 27 gennaio 2009
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1 commenti:
...alla faccia...e allora si è portato a casa il pallone firmato da tutti!! Babba (firmo perchè con l'account nun c'è riesco mai)
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