Il calciotto de noantri: "Evento Belli & Arzilli" del 9 Febbraio 2009"

Cinti I
Referto ecografia polpaccio sx:
"L’esame, eseguito con sonda lineare ad alta frequenza, ha evidenziato una quota fluida superficialmente al muscolo gastrocnemio mediale. Tale muscolo appare ad ecogenicità disomogenea, prevalentemente ipoecogeno, come per edema nel suo contesto. Si rilevano inoltre nel suo contesto, areole iperecogene riferibili in prima ipotesi ad esiti cicatriziali. Il tendine di Achille appare continuo nel suo decorso, con DAP di circa 5 mm., bombato a livello del suo profilo anteriore, ma ad ecostruttura conservata. Non alterazioni di rilievo in corrispondenza del triangolo del Kager"
Rientro previsto: aprile 2009.

Monterisi Piero
"L’approfondimento diagnostico con metodica Rm, eseguita con acquisizioni multiplanare, lesioni tendino-ligamentose né si apprezzano versamenti intrarticolari o bursali. Si osserva un alterato segnale focale dell’astragalo che interessa il versante superficiale peroneale, di 3-4 mm di diametro, compatibile con fovea osteocondrotica da impatto. Nella stessa sede, posteriormente si osserva una tumescenza dei tessuti periarticolari. Non evidenti lesioni ossee traumatiche. Sul margine esterno del malleolo peroniero si evidenza un microdistacco quale conseguenza di trauma"
Rientro previsto: febbraio 2009.

Il Pasticciere
"L'esame ecografico dei tessuti molli della caviglia destra evidenzia aspetto disomogeneo del legamento peroneo-astragalico anteriore, reperto compatibile con esiti di lesione distrattiva a suo carico di marcata entità. Segni di tenosinovite dei tendini peronieri. Modesta falda fluida articolare nel comparto esterno. Qualche piccola concrezione calcifica è apprezzabile a ridosso del malleolo tibiale, reperto compatibile con esiti di pregresso evento traumatico. Anche il legamento deltoideo appare lievemente disomogeneo, ispessito, come da esito distrattivo di modesta entità a suo carico."
Rientro previsto: gennaio 2009.

Albanesi Claudio

Albanesi Claudio Nato a Forlì il 31 febbraio 1967, Centrocampista, Altezza 178cm, Peso forma 74kg, Scarpe n° 43, calzata standard. Inizia la carriera nel 1971nelle giovanili del Brisighella e si distingue subito per ampiezza di vedute e di panorami sui paesi circostanti. Nel 1973 passa al Forlimpopoli, tuttavia per un dissidio con l’allenatore viene ceduto con formula retroattiva al Bertinoro nel quale militerà dal ’73 al 76 perlopiù a sua insaputa. Nel 1977 sospende l’attività calcistica per gli adempimenti catechistici che lo conducono di lì a poco alla Prima Comunione. Rientra nel calcio attivo solo nel 1979, con la casacca del Riolo Terme che indosserà per un lustro con vicende alterne, venendo utilizzato in diversi ruoli: stopper per i primi tre anni, poi terzino, indi portiere e infine sulla fascia, quella esterna al campo di gioco, come mezzadro. L’anno successivo è quello della consacrazione definitiva: viene segnalato a Gaetano Caltanzalone che lo ammira e lo acquista per le giovanili del San Giorgio a Teduccio dove lo lascia farsi le ossa per quattro anni, ma sempre con immensa stima. Nel 1990 l’esordio nella prima squadra pulcini del San Giorgio, come fuoriquota. Vince la classifica marcatori per 6 anni di seguito, finché la FIGC svela l’inganno e lo sospende dall’attività per tre anni, ma la sospensione non verrà mai attuata perché sarà ceduto sotto mentite spoglie al San Mauro Pascoli: il ritorno in Romagna lo eccita e guadagna la convocazione nella nazionale di tiro alla fune. Gli ultimi anni sono quelli dell’apoteosi: stimato ed apprezzato per le sue giocate da tutti gli allibratori di picchetto, approda nella sua attuale squadra, il Grassopphers. Il suo palmarès: 1 coppa Agostoni, 2 coppa di Romagna, 7 volte capocannoniere, 1 volta miglior Rifinitore a Spatola, 3 volte miglior portiere, 2 convocazioni dal Gip.

Il Pasticciere

Il Pasticcere Nato a Ploiesti il 23 agosto 1992, Attaccante, Altezza 217cm senza zeppa, Peso forma 49,7kg, Scarpe n° 48 calzata strettissima. E’ allergico al saccarosio ed alla vanillina. Soprannominato “il fuscello di Ploiesti” Il Pasticcere ha iniziato la sua carriera molto tardi ma con risultati immediatamente brillanti. Esordisce a 23 anni nella squadra della sua città natale, il Ploiesti e dopo la terza giornata del girone d’andata viene venduto all’incanto dapprima all’Ariesul, poi nell’ordine al Targu Mures, al Ramnicu Valcea, al Curtea Arges, al Timisoara. Alla settima giornata del girone d’andata lo incontriamo per strada mentre viene trasferito all’Utelul dove è Campione d’Inverno. Nel girone di ritorno, per la sua estrema versatilità, viene utilizzato dalla sua nuova squadra, l’Arges Pitesti, in tutti i ruoli: da portiere a terzino a centromediano fino a diventare amministratore delegato della società sportiva. Vince il suo primo scudetto da dirigente. Torna in campo l’anno successivo col Botosani e letteralmente esplode: 27 reti in 6 partite, 8 autoreti di cui 3 su rigore, 15 cartellini gialli e 5 rossi per un totale di 64 turni di squalifica, 48 volte sostituito prima della mezz’ora e altrettante volte dopo la mezz’ora. A fine anno vince la maratona Timisoara-Craiova-Galati di 1145km riservata ai centravanti di sfondamento. Proprio a Galati verrà ingaggiato per la stagione 2007-2008 prima dell’arrivo in Italia. Ha vinto: 1 coppa Miglior decorazione alla Panna, 3 premi Ercole d’Oro, 1° premio AterBalletto di Bucarest, è stato insignito della Suprema Croce al Gran Valore per meriti sportivi. Vive a Montecarlo sul suo yacht ormeggiato al largo, poco dopo il promontorio di Saint Juan-Les Pins

Martini Gianluca

Martini Gianluca Nato a Via Galvani in Testaccio (Roma) il 3 marzo 1961, Mezzapunta, Altezza al garrese 164cm, larghezza 55cm, profondità 23cm (volume totale 0,20746 mc), Peso forma 66,200kg, peso specifico 319 kg/mc, scarpe n°39 calzata iperlarga, calzini di qualunque compagno di squadra. E’ un “destro naturale” che ama accompagnare la palla dalla propria porta fino alla rimessa di fondo della squadra avversaria, talvolta al guinzaglio. A 11 anni intraprende la carriera calcistica, dopo aver provato invano a diventare una persona normale. Abbandona gli studi e si rifugia negli spogliatoi dell’Almas Roma, dai quali esce solo dietro promessa di essere schierato in campo la domenica successiva. I fatti gli daranno ragione poiché subito si segnale per una tripletta: una punizione-bomba dai 45 metri, un gol di rapina a mano armata ed un colpo di testa in tuffo dalla propria area piccola! Subito notato dai dirigenti della pro Calcio Italia, viene acquistato a strozzo per due prosciutti ed una lonza d’annata e dirottato al Colleferro dove guida con autorità la squadra alla retrocessione. L’anno successivo passa alla Maglianella e avviene la trasformazione: l’allenatore lo accompagna personalmente dall’ottico e gli acquista un paio di occhiali da vista. Da quel momento non sbaglia più una partita e inanella una serie di trionfi: 12 volte miglior rifinitore, 1 volta capocannoniere, 11 coppe Tornello, 3 volte Pallone SuperTele. Attualmente in forza alla Vialone di Decima Trans Viados Traslochi™ a fine stagione, sazio di successi, ha promesso di appendere gli occhiali al chiodo e dedicarsi alla famiglia. Nel suo palmarès manca solo la convocazione ai mondiali di shangai.

Carnicelli Alessandro

Carnicelli Alessandro, detto “I Carnicelli” ". Nato dall'incrocio dello svincolo di San Gabriele-Colledara e la costruzione del guard-rail dello svincolo di Tornimparte, frazione di Dormimparte, sottocomune di Tornimparte-Svincolo, località Spelagalli, provincia de L'Aquila, il 36 luglio 1889 alle 24 in punto!! E' alto, si fa per dire, 143cm, largo 58cm, spesso 26cm. Calza un comodo 45 a pianta retroversa. Mutande taglia mini-small con fibbia passante infra-prepuzio. Pesa 86,400kg a riposo. In fase di iper-eccitazione sfiora gli 86,407kg. Il peso specifico di Carnicelli è di 663kg/mc. Inizia la carriera nel Prata-Peschiolo e si distingue subito per tenacia e ruvidezza mandando all’ospedale tre giocatori del Colle San Vito alla prima di campionato, e l’arbitro. Soprannominato “Il Furino del Benetti delle Pianelle” Carnicelli affina negli anni la tecnica e diventa una colonna dell’Antrodoco, squadra allenata dallo zio Adelmo, che lo schiererà 36 volte in 30 partite. In quella stagione Carnicelli totalizza 12 autoreti, 7 ammonizioni, 4 espulsioni, 645 passaggi a vuoto, 317 tiri fuori porta (di cui 195 sugli spalti). Ma nel 1997 la svolta epocale. Cambia casacca (in prestito con divieto di ritorno dall’Antrodoco al Pescorocchiano) e incontra l’allenatore che lo trasformerà in un campione a tutto tondo: l’astuto pastore Elvio. Costui, col metodo del “bastone e carota” lo addentra amorevolmente ai sottili piaceri del football. Da quel momento è un’escalation di successi: miglior calciatore delle Valli d’Amiterno, capocannoniere del Sirente, miglior arrampicatore della Camosciara, e Coppe e Lonze e Prosciutti a volontà. Nel 2007 è stato insignito del premio Carnicelli D’Oro istituito dall’Ente per la salvaguardia dei Carnicelli e del Lupo selvatico.

Panci Antonio

Panci Antonio, pseudonimo di HérnanTussié de la Mont-Jacquard, nasce il 3 febbraio in un sobborgo di Parigi, vicino Montmartre. Respira fin da subito l’atmosfera bohémienne dei campi di calcio di pozzolana e i miasmi delle tempere e degli olii dei pittori maledetti che frequentano quei luoghi. L’infanzia trascorre tra tele e palloni di corda raffazzonati all bell’e meglio ed è lì che inizia a perfezionare il il suo originale bagaglio calcistico: è stato infatti il primo ad eseguire il “calcio d’angolo poli-prospettico”, la “punizione indiretta ad ombreggio sfumato” e la “rimessa laterale tricromatica”. Per queste sue innovazioni viene segnalato all’allenatore del Saint-Germain des Près, tale Marc Chagall, che lo schiera subito in campo con un fusto di tempera da 30kg, tre pennelli Cinghiale, tre metri di carta vetrata, stucco e spatole e gli intima di dare una rinfrescata alla traversa. Ma Panci non sopporta la staticità del suo ruolo e decide di emigrare. Si imbarca a Marsiglia per raggiungere la Corsica su un gozzo, ma i venti lo sospingono verso la Sardegna. Approda in Gallura in primavera e la domenica successiva realizza un trittico sui legni della porta del Tempio Pausania. Tuttavia, ancora incerto se dedicarsi al calcio o alla pittura, continua nella sperimentazione che si rifletterà in quello che i critici definiscono il “periodo supplementare”: di quest’epoca sono le tele “Natura Morta con Raccattapalle”, “Le Tenebre del fuorigioco”, “El Zamorano desnudo”, “La Giocorner”, “Il Pescatore fluidificante”, “Tramonto sugli spalti” e il capolavoro “In Morte del 4-4-2”, un’opera che Panci dipinge scagliando pallonate policrome ad effetto rientrante su una tela regolamentare di mt.7,32x2,44. Visto il successo, fonda la corrente artistica dei “Pittori Parastinchi” che amano scendere in campo con la tavolozza e stampare tacchettate sulle chiappe degli avversari. Ingaggiato dagli “Infratinati Rammarro’ssi” disputa a Roma il torneo invernale “Affreschi al Fresco” in cui si distinguerà realizzando un “Encausto su Leotta” e un ciclo di olii su prato sintetico dell’Eschilo 1 a ridosso del centrocampo. In estate tornerà in Sardegna con un contratto semestrale: "Sono profondamente onorato di raccogliere questa nuova sfida con il Baia Sardinia e con la proprietà del gruppo - dice Panci - Mi auguro che questa collabrazione permetterà a questa importante squadra, di annullare quanto prima il gap che ora ci separa dalle squadre più blasonate della Costa Smeralda."

Roberto Borelli, detto Babba

Borelli, Roberto detto Babba. E’ nato alle Termopili nel 378 a.A., anche se nei Vangeli Apocrifi un Borelli è già menzionato in epoche precedenti sia in qualità di “puro spirto che aleggia e s’invola sulla fascia” (e citiamo qui il sacerdote Caifa nei suoi scritti del XV° secolo a.A.) sia in qualità di centrocampista di copertura che “mezzalando, mezzalando copre i buchi smadonnando” (dal frammento copto di Valerio Spadone dell’VIII° secolo a.A.), sia in qualità di rincalzo “…sed Babba…primus inter (s)chiappae, tristis in panca congiurabat…” (dalla prima lettera di Nilus Liedholum ai Saracineschi del 641 a.A.). Dei suoi tempi recenti non si sa moltissimo: è passato nel 1993 d.A. dalla “Mercato Ortofrutticolo di Fondi” alla “Pasticche Brembo” in prima categoria, e qui ha realizzato tre reti e sette autoreti. Nel 1998 è sospeso a divinis per aver detto all’arbitro “…ma la palla è uscita COMPLETAMENTE…”. Reintegrato in prima squadra solo nel 2004 d.A. in seguito alla bolla papale “De Sphericitas in Campo”, in cui il santo padre peraltro riconosce e corregge il fallace assunto della Chiesa secondo la quale il pallone da football è un disco da frisbee, Babba viene ceduto alla “Cantine Tavernello” e da lì girato alla “Vodafone recupero crediti” dove rimarrà due anni in un sottoscala a riflettere sul destino delle umane genti ma soprattutto sviluppando l’uso ricattatorio della cambiale in bianco quale miglior mezzo per stimolare i calciatori più avanzati a tornare indietro per dare una mano alla difesa. Non pago delle sue riflessioni, Babba, in seguito appellato il Grande, ha sviluppato una serie di teorie sull’impiego di Sandro Valìa, di Sandro Maturani e di tutti i Sandri possibili ed immaginabili sia sui campi di calcetto sia, con maggiori risultati, sui campi di Maurizio er Contadino. La summa delle sue opere non è mai stata pubblicata, ma comunque durante i più accesi match tra Ramarro’ssi e Polo Nere il Grande Babba decanta a memoria i brani più incisivi della sua corposa produzione filosofica: “Nu lo guardà” una delicata riflessione sulla figura dei guardiani dei cieli; “O Cesare o nulla” un saggio di tattica bellica prevalentemente teso a dimostrare che “primo, non prenderle!…” infine “Tornate tutti” un lamentoso e tristo canto sulla vacuità della condizione fisica umana, laddove dimostra, con vette di saggezza illuminata, che non è sempre vero che “mens sana in corpore sana” ma più spesso “mens labilis in corpore corrosa”.

Natale Graziano

Natale Gratiano Livio Androzio il Vecchio, nascerà il 25 dicembre di ogni anno per ovulazione staminale. Giocherà sempre sotto una buona stella cometa. Nel 753 a.c. fonda il campionato eterno che è ancora in corso. Nella difesa a zona ha giocato in tutti i campionati del mediteranno, della Gallia, della Sassonia e della Britannia (miglior interprete dello schema Del Vallo) creando un contenzioso legale che si chiuderà definitivamente soltanto con la sentenza Bosman. Ha ingaggiato con Annibale memorabili sfide che lo hanno reso celebre per la sua famosa arpionatura a “rostro” che risucchiava i suoi avversari e li incollava a presa rapida con l’altra tecnica “UHU senza fili”, determinando spesso le sconfitte di Pirro. Il suo record di 9 vittorie alla 64esima gli è valsa la nomination per il Gladio Platinum e per il Grande Fratello. Eliminato per un errore tecnico si vendica innescando le idi di marzo e perseguitando i cristiani fino al 912 d.c. crocifiggendo anche suo cugino più giovane di lui di circa 770 anni. Partecipando al campionato scozzese nel ruolo di Braveheart, l’Highlander de noantri vince ripetutamente la speciale classifica del “Materazzi/Brio/Favero/Pasquale Bruno Challenger”. Per tutto il 1500 gioca nella coppa Galilei intorno al sole, ma un terribile incidente dovuto alla gravitazione universale lo riporta sulla terra e lo vede costretto ad abiurare e ripartire dalle serie inferiori, dal girone dell’inferno attraverso il traghettatore di cui verrà insignito quale miglior realizzatore in situazioni bollenti: Superprestige Caronte Football League. Attualmente milita nella lega della Faglia di San Andrea in California con un rispettabilissimo score di magnitudo 6,8 di media Richter.

Ortu Toni

Antonio Còrtuni, detto Toni Ortu. Nato a Seregno per parte di padre, a Saint-Marie de la Mer en Camargue sempre per parte di padre e in prossimità dello stretto dei Dardanelli per parte di madre, il 6 giugno 2209. E’ definito lo tzigano della pelota. Milita nella TelecomItaliaMobileTimTribù e svolge intercettazioni terra-terra, terra-aria, acqua-aria. Proviene dai Descamisados di Bogotà, e ha militato tre anni tra i Tupac-Amaru senza peraltro vantare nessuna ferita di arma da fuoco. Suo fratello omonimo è centravanti del Bayern di Monaco di Bavyera. In natura, Ortu esiste in due versioni: granturismo e cabrio. Nel primo caso partecipa a tutti i tornei di calciotto del mondo in contemporanea, muovendosi nello spazio-tempo a piacimento. Sotto questa foggia le sue misure sono relative: può oscillare fra i 180μfarad ed i 387.428 βkeroseni e pesare da -11γaplik a +1738 tetrabrik, assumendo forme casuali filiformi o ameboidi, ma comunque anaerobiche. La sua presenza è rilevabile in campo solo grazie a delicati strumenti, ma i compagni più esperti lo individuano per il boato che genera superando frequentemente Mach 1. Nella versione cabrio, Ortu si dedica al beach-soccer, al foot-beach, al baywatch, al time o’clock e al BlackFriars Bridge, from Monday to Friday. In tali occasioni Ortu è modificato sull’avantreno e monta sospensioni anteriori Mac Pherson e grazie a delle tensostrutture non necessita di tergicristalli, ma alle 17 spesso si blocca per degustare un thè. E’ solito gigioneggiare sulle fasce elastiche, talvolta svalvola e batte leggermente in testa ma nel complesso è affidabile e durevole nel tempo. E’ garantito per 120.000.000.000 km o per 3 anni-luce. In inverno è bene lubrificarlo con olio di arachidi .

Maturani Sandro

Sandro Maturani, abbreviazione di Alejandro Lope Arnulfo de Algarve y Logrońō de Almerìa, Encarpiador de Balòn desde el Maturà-Nicandro Garcia de Oņoras Campo Valgo Lobafete y Agregados Deseamble en Tierra de Matador¡¿. Nato a Mèrida, a le çinco de la tarde, è stato più volte raffigurato da Dalì, da Picassò, da Mirò e da Giottò sotto forma di farfalla, per via della sua leggiadrìa. Compare anche due volte nel Cid Campeador in qualità di folletto. Ha calcato tutti i campi dall’Andalusìa alla Navarra, dalle terre di Murcia ad Alicante, dall’Estremadura financo alla Galizia. Profondo intenditore del pallone, gioca indifferentemente la sera o la mattina, pro o contro, ma sempre digiuno. E’ uso praticare l’area piccola del portiere avversario, dove gàrrulo attende che i compagni lo servano per la stoccata finale. L’abilità nello schivare gli avversari è dovuta all’allenamento compiuto nelle migliori arene di Spagna e Francia mediterranee. Si ricordano in particolare l’episodio di Ârles, dove con sinuosa rapidità resistette agli assalti del Señor Moreno (il toro che ha sbudellato più matador di tutti) e l’episodio della Fèria de San Firmino, in cui da solo attrasse e dribblò la moltitudine di tori lasciati liberi nel paese, senza riportare alcun graffio. Attualmente milita nel Torre-Pacheco in seconda divisione, ma solo perché questo gli consente di stare vicino al mare. Lesto, rapido, astuto, mimètico, ermètico e silente El Maturani è l’uomo del colpo finale: nel “tercio de muleta” impugna l’”estoque” e con gesto plastico sciòpa el balòn. Indi, sussiegoso e acclamato dalle folle, se ne va.

Dei Andrea

Dei Andrea, nato a Lazio, il 5 maggio 1974 (giorno della conquista dello scudetto della sua squadra preferita), è alto 177cm, pesa 69,327kg, salta 143cm in largo e 452cm in alto, da fermo. Nato e cresciuto nella Polisportiva Lazio (la più grande e prestigiosa d’Europa, ente morale riconosciuto), della quale è tifosissimo, esordì nei pulcini il 5 maggio 1980, in occasione del derby romano nel quale si distinse per una tripletta all’allora giovanissimo Tancredi. Fin dalle prime partite, per la classe cristallina, viene accomunato ai grandi laziali di tutti i tempi: da Bruno Seghettini a Sante Ancherani, da Antonio Brisigato al norvegese Peer Bredesen, dal monumentale Silvio Piola all’indiscusso Stefano Chiodi, da Gustavo Abel Dezotti al limpido Gaetano Marronaro, per arrivare ai più recenti campioni: Melchiori, Storgato, Piovanelli, Protti, Scaloni, Troglio, Magherini, Ghio…. Nella categoria primavera, Dei si dimostra ancora una volta di classe superiore e viene catapultato in prima squadra. Sono gli anni d’oro della Lazio che nel 2004 sbanca: scudetto, coppa Italia, Mitropa-Cup, Coppa Uefa, Champions, Coppa Intercontinentale, Coppa Galacticos. Dei è insignito quell’anno del “Pallone di Magnesio”, premio riservato al miglio goleador della Trinacria. L’anno successivo Dei esordisce in nazionale e subito realizza una quadrupletta, una quaterna e una cinquina e viene messo fuori rosa per manifesta superiorità ma anche per l’accusa di aver barato a tombola. Nauseato dalla piega che prendono gli eventi, ripudia la Lazio e passa alla Roma. Ma l’altra sponda del Tevere non lo soddisfa e abbraccia con successo la professione culinaria. Famosissime sono le sue “seppiette esagonali in bianco e nero”, il “patè de adidas”, lo “sbollato di sintetico di 3° generazione” e il “pallone stufato all’acqua zozza”. E’ il cuoco ufficiale della Lazio.

Cinti Massimo

Massimo Augusto Druso Cinti, nato in parte a Plymouth, il 3 marzo 1943, e in parte a Roma durante le rivolte del grano contro Coriolano; primo calciatore al mondo a praticare il metodo 1-4-1-6-1-7-1-4 periodico, tendente all’infinito: il metodo consiste nel giocare una partita intera disaggregata fra più mesi di infortunio (seguaci furono Van Basten, Baggio, Boksic, Totti). E’ ricordato inoltre per essere stato il primo calciatore italiano acquistato da un società straniera: all’inizio del 1986 è infatti l’Arsenal, in occasione del primo fallimento, a strapparlo al Casal Bernocchi: lo “strappo” terrà Cinti fuori dai campi per 10 mesi. Nei Gunners, agli ordini di sir George Graham, esordirà ad Higbury tra l’11 dicembre 1986, (entra all’87° minuto siglando il pareggio col Liverpool ed infortunandosi nell’azione del gol) ed il 16 marzo 1987, nel derby col Manchester, uscendo sempre per infortunio al 34° del II° tempo, ma realizzando la prima ed unica doppietta quadrimestrale della storia. Ripresosi dalla frattura tibiale, intesse un fitto carteggio coi vertici della squadra sul rinnovo del contratto nel quale peraltro confuterà il falso storico che il Soccer sia stato inventato dagli inglesi. Escluso per questo dalla prima squadra e infine ceduto al Nottingham, Cinti si vendica rifilando una doppietta ai Gunners poco prima che una fastidiosa tendinite lo costringa ad uscire. Torna in campo in primavera, ma fa ancora freddo e se ne va per evitare complicazioni pneumo-toraciche. A settembre, recuperato dal sesto intervento al menisco, in fase di preriscaldamento viene bloccato da uno strappo all’adduttore sinistro e rientra solo in estate, nel pareggio col Derby Country, dove si procura una lombalgia a gioco fermo. Al momento è afflitto da un “intristimento bilaterale”ai polpacci e rientrerà per Pasqua, ma l’anno è indefinito. Recenti calcoli, sviluppati dall’elaboratore del Cern di Ginevra, suggeriscono che terminerà la carriera nel 3197, quando, completata la centesima partita, appenderà definitivamente i muscoli al chiodo e verrà lanciato verso la costellazione di Orione in cerca di forme aliene di vita che lo possano guarire definitivamente. Attualmente è in forza. Anzi no!

Palmieri Fabio

Aarn Palmieri Munro Johan Fabio è figlio di terrestri, ma è nato sul pianeta Giove e la sua tremenda forza di gravità lo ha reso un superatleta dal punto di vista fisico, tale da fargli ricoprire il ruolo di centrale, terzino e centromediamometodista, allenatore, massaggiatore e manager in un solo parsec! Inoltre è un geniale rifinitore e le sue giocate apriranno all’uomo la strada delle stelle. Allestita una protosquadra, le prime partite si risolvono in un disastro: sconosciute forze cosmiche, rimesse in gioco dalla sudditanza delle meteore, gli fanno attraversare l’iperspazio trasportandolo istantaneamente nel campionato dell’universo del sole di Anrel dove, da millenni, si sta giocando il solo girone di andata e che vede al comando la leggendaria formazione di MU. E questo è solo l’inizio della sua carriera: altre soddisfazioni lo attendono lungo l’interminabile girone di ritorno. Militerà nel pianeta più antico dell’universo. Giocherà al centro di una stella prossima ad esplodere trasformandosi in una supernova. Guiderà il galactico team dei Centauri alla disperata ricerca di un nuovo stadio. Sarà l’enigmatico consigliere tecnico della proverbiale Universo Azzurro che nasconde il segreto della tattica invincibile. Ma sarà soprattutto la rivincita della Vita Da Mediano contro le forze cieche e insensibili del cosmo.

Leotta Roberto

Leotta Dario Roberto Firdussi nasce nel IV secolo a.c. In Persia ed è il primo dei figli illegittimi di Dario della dinastia degli Achemenidi. Perderà presto il posto in squadra a favore di Alessandro Magno che dilagherà successivamente anche in India. Nel 622 accompagna, prendendolo a cavacecio, Maometto da la Mecca a Medina, inaugurando gli episodi sulla storia e sulla mitologia persiana. Nel 1215 viene ceduto in prestito con diritto di riscatto alla plurititolata formazione mongola capitanata dal fuoriclasse Gengis Khan. Dopo un avvio incerto e sempre sotto la minaccia di un’esecuzione capitale, nel 1258 finalmente vince il suo primo trofeo, il saccheggio di Baghdad come destriero di Hulagu, nipote di Gengis Khan. Nel 1370 passa alla corte del Tamerlano alla guida della Timuride con la quale evidenzia una rinascita atletica e tecnica dando vita allo schema “Miniatura di Shiraz” e relegando gli eterni rivali dello Herat a posizioni di mezza classifica. Passato nel 1570 alla corte di Selim II ed ormai svincolato, crea la Lega dei Dardanelli e del Bosforo a ricordo della sempreviva finale di Lepanto: una battaglia di quattro ore dopo i supplementari, ripetuta a causa dell’invasione dei turchi di Cipro. A seguito di tale memorabile partita divenne il soggetto di molte riprese pubblicitarie ed apparve nei dipinti delle figurine di Tiziano, del Tintoretto e di Paolo Veronese. Si è ritirato nel 2005 ad una dimensione di cm. 7x7 di lato e di cm 9 di ipotenusa.

... all'undicesimo della ripresa eccolo scendere agevole e felpato sulla fascia sinistra, si avvita su se stesso, esegue un loop, dimentica la palla quattro passi indietro, ma la aspetta sicuro e beffardo... eccola, è tra i suoi piedi, fresca, tonda, soda... ma un vuoto di memoria lo induce alla riflessione: perchè stava lì quella fresca sera autunnale, in mutande e maglietta, sudato e puzzolente? Attorno a lui volti sconosciuti lo incitavano: "e passa sta cazzo de palla!!!!! ma che 'tte sei rincojonito??" Non li conosceva, non sapeva perchè lo chiamavano e lo ingiuriavano, gli urlavano dietro frasi irripetibili. Poi un intervento a forbice del terzino destro lo riportò alla realtà: la contusione e la distorsione conseguenti all'intervento assassino gli dolevano, certo; ma era tornato!!!! Era di nuovo in campo, anche se i suoi compagni lo avevavo scalciato fuori dalla riga bianca, all'altezza del corner, per non intralciare la ripresa del gioco. Ma era tornato. Si rialzò faticosamente, squassato dal dolore e nell'insofferenza di tutti gli altri mutandati. Camminava a fatica e gli occhi gli si riempirono di lacrime: erano di gioia. Stava finalmente riassaporando l'emozione dei dolori da footbal: guadagnò la panchina in preda all'euforia e una volta seduto iniziò a massaggiarsi la caviglia; erano anni che non assaporava queste gioie. Si leccò l'abrasione come un cane. Poi salutò tutti, si diresse verso la doccia ma non lo rivide più nessuno.

mercoledì 11 febbraio 2009

"Evento Belli & Arzilli" del 9 Febbraio 2009"

La squadra degli infratinati ramarrossi soccombe per 13 a 8 dopo una partita 6 contro 6 giocata sul campo da calciotto molto più simile ad una prova di 3000 siepi....La differenza tecnico tattica balza subito all' occhio dalle prime battute con un parziale di 3 a 0..i..ma attenzione...su un calcio d' angolo battuto alla Figo, Ivan dos Panci Y Zamorano stacca imperioso e deposita il pallone in fondo al sacco....Gli infratinati cominciano a credere ad una possibile rimonta ma a metà gara il risultato è 8 a 3...Improvvisamente un cross dalla destra vede ancora una volta, puntuale all' appuntamento col gol, Zamorano che incrocia di testa in maniera imparabile...DAI ce la possiamo fare!!!...a 10 minuti dalla fine, con il risultato ormai compromesso (13 a 7 ) Ivan scattava sul filo dell' offside e ormai in pericolo di trombosi fulminente si presentava.. solo.., o meglio quel che rimaneva di lui si presentava solo, davanti al portiere...lo metteva seduto...e insaccava all' angolino per il definitivo 13 a 8 ..................era la fine

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Prossima partita: martedi 7 settembre ore 21:00 (calcio a 8 Arena Eschilo 1)

GIOCATORI

Albanese Claudio (in rianimazione)

Ascioti Luca

Ascioti Massimo

Ascone Fabrizio

Bindi Marco (contumace)

Borelli Roberto

Carnicelli Sandro

Carosi Carlo

Ciancarini Claudio

Cinti Massimo

Cuminetti Stefano

Dei Andrea

Di Giacomo Andrea

Di Mario Giovanni

Esposito Danilo

Forosetto Luca (rientra al Crystal Palace ma ancora in prestito ai ramarro'ssi)

Galanti Massimo

Gianfranco Mister K

Gioggi Massimo

Gubitosi Mario

Il Pasticciere Claudio

Leotta Roberto

Marafioti Roberto

Marafioti Alessandro

Martinis Gianluca

Marasca Daniele

Massari Claudio

Maturani Sandro

Membrino Roberto

Natale Graziano

Natalucci Massimo

Ortu Toni

Palmieri Fabio

Palmieri Andrea

Panci Antonio (rientrato dai Romazzino Galaxy)

Ruggeri Cesarone Curva Sud

Tibaldi Enzo

Valerio

Valia Sandro

Vita Fabio

Zambuto Ugo

Tutti i convocati e non sono pregati di confermare a mezzo commento sul blog, a mezzo emailmailto:ilcalciottodenoantri@gmail.com oppure SMS o telefonando al call center.

Campo di giuoco:
Arena Eschilo 1
Via Eschilo 85 (Axa)

Il calciotto de noantri

Due tempi all'inferno (La Partita della Morte)

Sognando beckham

Febbre a 90°

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Campi di Guoco

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Dall'infermeria