... all'undicesimo della ripresa eccolo scendere agevole e felpato sulla fascia sinistra, si avvita su se stesso, esegue un loop, dimentica la palla quattro passi indietro, ma la aspetta sicuro e beffardo... eccola, è tra i suoi piedi, fresca, tonda, soda... ma un vuoto di memoria lo induce alla riflessione: perchè stava lì quella fresca sera autunnale, in mutande e maglietta, sudato e puzzolente? Attorno a lui volti sconosciuti lo incitavano: "e passa sta cazzo de palla!!!!! ma che 'tte sei rincojonito??" Non li conosceva, non sapeva perchè lo chiamavano e lo ingiuriavano, gli urlavano dietro frasi irripetibili. Poi un intervento a forbice del terzino destro lo riportò alla realtà: la contusione e la distorsione conseguenti all'intervento assassino gli dolevano, certo; ma era tornato!!!! Era di nuovo in campo, anche se i suoi compagni lo avevavo scalciato fuori dalla riga bianca, all'altezza del corner, per non intralciare la ripresa del gioco. Ma era tornato. Si rialzò faticosamente, squassato dal dolore e nell'insofferenza di tutti gli altri mutandati. Camminava a fatica e gli occhi gli si riempirono di lacrime: erano di gioia. Stava finalmente riassaporando l'emozione dei dolori da footbal: guadagnò la panchina in preda all'euforia e una volta seduto iniziò a massaggiarsi la caviglia; erano anni che non assaporava queste gioie. Si leccò l'abrasione come un cane. Poi salutò tutti, si diresse verso la doccia ma non lo rivide più nessuno.

martedì 10 marzo 2009

EFISIO IVAN PANCI


Non poteva essere una partita come le altre: Ivàn Luìs Antonio Zamorano dos Panci y Zamora y Rodriguez de la Pelota y Navarra de la Sierra Encarnada Conte di Altequilla y Logroño y Santa Marìa Embambolada Alcalde delle terre di Vilarobledo Spampanata e Sbudellatas, Vicario delle contee di Manzanares, Viladecristos, Fuente Limpia, Malagon, Consuegra e Tobarra, Primo Reggente ipotecario in Yunquera de Fossos e Malafangas, in Sangre de los Zifirinos, Gregna Sant’Andrade, Santa Gregna de Fregnones, Bella Gregna (de Carmencita) e Fossos de Malafides, Grande Infante delle reggenze laterali di Salamanca e posteriori di Penadolorosa, Conestabile dei rami inferiori del Guadalquivir e di quelli alti del Rio de Llobregat, Barone delle terre anagrammatiche di Banaberre, Benebarre, Barrabene, Narrabene, Berranene, Nnenerabbe, Nbebberane, Branarane, Bnnnrbaaee, Brananerb, Brebbennaar, Neabbarabn (e altri), Sottovicevisconte della Sierra de Pomodoros, della Sierra de Meranzanas e della Sierra a Foglias Largas, Curopalate e Marchesino dei possedimenti ibridi di Zaragoza, Zarcellona, Zadrìd, Zalamànca, Zamplòna, Zevilla e Zàlaga, Burgravio e Primo Lepore Pro Tempore per la Real Corona delle aree Pirenaiche sopra i 4800 metri e delle falde idriche sotto i 2000 metri, Infante (Fuori Quota) delle proprietà fumose di Belodorado, Frito Panado y Arrosolado en Tierra del Fuego, e, non da ultimo, Margravio del consesso Paniberico per la Vice-Presidenza della Consulta della Commissione del Gruppo di Lavoro per la Definizione e l’Attuazione del Programma di Revisione del Regolamento di Raggruppamento e Riassunto sulla Sintesi delle Conclusioni Finali del documento di snellimento per le pratiche burocratiche, lascia i Ramarro’ssi e torna in Sardegna. La partita vera e propria si riassume in pochi eventi: al 5° del primo tempo Galanti si sbullonava sulla fascia destra e serviva palla all’accorrente Di Jaques-mo che segnava. Tutti correvano ad abbracciare Ivàn Panci. Al diciottesimo, Borelli liberava al tiro Galanti che avvitandosi portava a 2 i Ramarro’ssi, e tutti a festeggiare Ivàn Panci. Un minuto dopo, i Gialli iniziavano a colpire i legni della porta avversaria: Di Mario in particolare scheggiava più volte la traversa che veniva di lì a poco sostituita: grandi effusioni a Ivàn Panci. Al 38°, si sbloccava l’emozionato Ivàn Panci che seminava l’intera squadra avversaria e infilava, senza guardarlo, il portiere avversario: tripudio di folle per Ivàn Panci. Il secondo tempo si apriva coi Gialli in ripresa, giacché il primo tempo era finito, mentre i Ramarro’ssi si attardavano nei festeggiamenti per Ivàn Panci. Ascioti 1 e Ascioti 2 dialogavano con Di Mario (detto Ascioti 3) che non vedeva un brillante Maturani (detto il Non-Ascioti e perciò trascurato dai compagni) libero davanti alla porta: Natale parava in sicurezza e correva a rallegrarsi con Ivàn Panci. Di Jaques-mo intanto mieteva chilometri sulla fascia e Borelli regalava palloni d’oro che gli attaccanti insaccavano nella rete, quella del recinto perimetrale dell’Eschilo. Al 29° Ascioti 1 scalda le chiappe di Borelli che corre ad abbracciare Ivàn Panci, e sul rimbalzo serve palla a Galnti che fissa il risultato sul 10 a 8. Panci fa per rientrare negli spogliatoi, ma viene bloccato dai tifosi in delirio che alzano al cielo un coro osannante: ANTO’, NUN-CE, LASCIA’ – ANTO’, NUN CE, LASCIA’ – ANTO’, NUN CE, LASCIA’….. Poi Ivàn Panci guadagna a fatica gli spogliatoi, e quando esce, nell’enorme sorpresa dei tifosi, è già diventato EFISIO AGATINO MURAS del NURAGHE di Buggerru, primo reggente delle terre di Gallura e Trevixeddu, Conte di Budoni, Putzolu e Saraghinu, Notabile dei sabbioni di Pitritza, Poltu Quatu e …….

1 commenti:

Anonimo ha detto...

....per quel che riguarda il portiere la regola è una sola:l'importante è non guardarlo! ANTONIO NON CI LASCIARE!!!
Babba