... all'undicesimo della ripresa eccolo scendere agevole e felpato sulla fascia sinistra, si avvita su se stesso, esegue un loop, dimentica la palla quattro passi indietro, ma la aspetta sicuro e beffardo... eccola, è tra i suoi piedi, fresca, tonda, soda... ma un vuoto di memoria lo induce alla riflessione: perchè stava lì quella fresca sera autunnale, in mutande e maglietta, sudato e puzzolente? Attorno a lui volti sconosciuti lo incitavano: "e passa sta cazzo de palla!!!!! ma che 'tte sei rincojonito??" Non li conosceva, non sapeva perchè lo chiamavano e lo ingiuriavano, gli urlavano dietro frasi irripetibili. Poi un intervento a forbice del terzino destro lo riportò alla realtà: la contusione e la distorsione conseguenti all'intervento assassino gli dolevano, certo; ma era tornato!!!! Era di nuovo in campo, anche se i suoi compagni lo avevavo scalciato fuori dalla riga bianca, all'altezza del corner, per non intralciare la ripresa del gioco. Ma era tornato. Si rialzò faticosamente, squassato dal dolore e nell'insofferenza di tutti gli altri mutandati. Camminava a fatica e gli occhi gli si riempirono di lacrime: erano di gioia. Stava finalmente riassaporando l'emozione dei dolori da footbal: guadagnò la panchina in preda all'euforia e una volta seduto iniziò a massaggiarsi la caviglia; erano anni che non assaporava queste gioie. Si leccò l'abrasione come un cane. Poi salutò tutti, si diresse verso la doccia ma non lo rivide più nessuno.

mercoledì 17 novembre 2010

Partita dai due volti


Grande tensione ieri sera al babel dopo il monologo di Borelli a "Vieni via con me".
"Era meglio se te ne andavi e non tornavi" tuona Esposito e Ascioti invoca il diritto di replica.
Parole distensive di Cesarone che dichiara «sono tentato di ribattere all'Uefa e a Platini quando si disse contrario alla tessera del tifoso: se in Europa fosse in vigore il sistema italiano, Daspo più tessera carta per due, non sarebbe successo nulla, tutti a cena e mangi per 2 e paghi per uno”.
La partita. Si è rivelata una partita doppia, con due metodi di gioco a tattica contabile consistente nel registrare le manovre offensive simultaneamente in due serie di conti (principio della duplice rilevazione simultanea), allo scopo di determinare il modulo di un dato periodo di gioco e di controllare i movimenti di fascia della gestione del pallone. Il metodo di gioco fu descritto per la prima volta dal terzino matematico Forosetto, nel suo libro Summa de arithmetica, geometrica, proportioni et proportionalita, dove la somma delle realizzazioni avversarie non sono mai uguali o maggiori a quella della propria squadra. La tattica viene osservata sotto due aspetti, come sottolinea Di Giacomo: l'aspetto numerario detto anche “Maturano” e l'aspetto economico proprio del Di Giovanni. L’impostazione del gioco, ad esempio, comporta per la squadra il contemporaneo sorgere di un credito o di un incasso (Galanti) e di un ricavo (Natale) e pertanto la scrittura contabile eseguita con il metodo della tattica doppia deve registrare tali aspetti.
La prima ripartenza tenuta sicuramente in Partita Doppia , quella dei “Massari” del Comune di Genova del 1340, ha gli importi registrati coi numeri romani e pertanto è impossibile stabilire il risultato ed ha indotto le legioni ad assumere atteggiamenti tattici diversi : Inizialmente la legione Verderamarro adottava lo schieramento della acies triplex, ovvero la disposizione di tre uomini su tre linee distinte. Il problema tattico è tutt'ora irrisolto perché il regolamento prevede l'impiego di soli otto giocatori alla volta. Anche se la triplex era la più usata i Ramarro erano soliti anche adottare la acies duplex e la acies simplex; rispettivamente linea doppia, e linea singola che avevano la funzione principale di capovolgere il fronte d'attacco o per comparare quello avversario o per sembrare più numerosi e intimorirlo. La cavalleria si assicurava che le fasce rimanessero difese e grazie al rapido movimento degli esterni che tentavano di aggirare gli avversari, mentre la prima linea li impegnava, per colpire alle spalle. Le squadre erano schierate in base ad armamento e quindi in base censitaria e di esperienza: avanti a tutti erano i Valiates, provocatori con fionde o giavellotti, che dovevano scagliare dardi addosso agli attaccanti e darsela a gambe. A quel punto subentravano i Carnicellensi, fino ai Tebaldi, ultimi della formazione, i veri veterani. La cavalleria non giocherà mai un ruolo fondamentale nelle partite romane, innanzitutto perché cavalcare un cavallo e saltare in dribbling in sella era difficile dato che le staffe non erano state ancora inventate. D'altro canto i Verdi Ramarrancio erano famosi per la tattica a testuggine: un modo "creativo" per difendersi dagli assalti avversari. I giocatori si avvicinavano tra loro: a mo' di tegole si sovrapponevano i parastinchi tenendoli alzati e usando come appoggio quelli degli esterni bassi che creavano un perimetro perpendicolare. Un carro armato vivente, che avanzava sotto i colpi delle pettorine verdi, rimanendo illeso. Ovviamente la testuggine era una formazione lenta e pericolosamente prevedibile. Per questo veniva usata in caso di assedio, per l'avvicinamento al centrocampo oppure per far sprecare energie agli avversari prima della fine della partita. Quando si creava una testuggine, bisognava essere diretti e sapere ogni minimo movimento. Si dice che per testare la resistenza di una testuggine, durante gli allenamenti, vi si lanciasse sopra una macchina, meglio se un SUV. Mentre il match entra nel vivo, la cavalleria in posizione arretrata avanza sulle fasce, coperta dai due bracci della mezzaluna che, allungatosi, impediscono alle pettorine arancio di imbastire qualsiasi trama offensiva. Una volta che l'attacco è penetrato abbastanza all'interno scatta l'ultima azione: la cavalleria ramarro circonda gli orange, e li carica da dietro. Ora non vi è più via fuga ed i Verdi Ramarrancio, impegnati su tutti e quattro i lati del campo di gioco, incorrono nell'ennesima sconfitta.

0 commenti: