... all'undicesimo della ripresa eccolo scendere agevole e felpato sulla fascia sinistra, si avvita su se stesso, esegue un loop, dimentica la palla quattro passi indietro, ma la aspetta sicuro e beffardo... eccola, è tra i suoi piedi, fresca, tonda, soda... ma un vuoto di memoria lo induce alla riflessione: perchè stava lì quella fresca sera autunnale, in mutande e maglietta, sudato e puzzolente? Attorno a lui volti sconosciuti lo incitavano: "e passa sta cazzo de palla!!!!! ma che 'tte sei rincojonito??" Non li conosceva, non sapeva perchè lo chiamavano e lo ingiuriavano, gli urlavano dietro frasi irripetibili. Poi un intervento a forbice del terzino destro lo riportò alla realtà: la contusione e la distorsione conseguenti all'intervento assassino gli dolevano, certo; ma era tornato!!!! Era di nuovo in campo, anche se i suoi compagni lo avevavo scalciato fuori dalla riga bianca, all'altezza del corner, per non intralciare la ripresa del gioco. Ma era tornato. Si rialzò faticosamente, squassato dal dolore e nell'insofferenza di tutti gli altri mutandati. Camminava a fatica e gli occhi gli si riempirono di lacrime: erano di gioia. Stava finalmente riassaporando l'emozione dei dolori da footbal: guadagnò la panchina in preda all'euforia e una volta seduto iniziò a massaggiarsi la caviglia; erano anni che non assaporava queste gioie. Si leccò l'abrasione come un cane. Poi salutò tutti, si diresse verso la doccia ma non lo rivide più nessuno.

mercoledì 22 luglio 2009

Scomode Verità

Siamo entrati in possesso del testo delle intercettazioni che inchiodano Sandro Carnicelli alle sue pesanti responsabilità. Tuttavia, dalla video-citofonata di cui pubblichiamo il testo, appare collusa o quantomeno connivente l’intera squadra dei Black Holes

Maturani:Pronto?
Leotta: Pronto.
Maturani: Ciao sono Leotta!
Leotta: Eccomi! Ma sei pazzo…
Maturani: Tranquillo, il citofono non è sotto controllo…Allora, è Massimo Ascioti.
Leotta: Eh?
Maturani: E’ lui che azzopperà “il blogger”
Leotta: Non mi dire!
Maturani: Sì.
Leotta: E come si sa?
Maturani: E... da una serie di deduzioni, per il rispetto che si deve all'intelligenza.
Leotta: Ah, ma è fuori?
Maturani: Sì, è fuori [fuori dal carcere, in libertà].
Leotta: Ah, non lo sapevo neanche.
Maturani: Sì; questa cosa qui, da come so che la farà… una cosa rozzissima, ma fatta con molto rispetto, quasi con affetto... e sarà fatta soltanto al “blogger”. Secondo me, come un altro manderebbe una lettera o farebbe una telefonata, o metterebbe una bomba…lui invece lo azzopperà…
Leotta: Alla Ascioti, sì sì.
Maturani: Un entrata criminale, a gamba tesa sulle ginocchia, cioè proprio il minimo...
Leotta: Sì, sì, cioè proprio come dire “mi faccio sentire, sono qui presente”.
Maturani: Sì, tipo: "è arrivata una raccomandata, caro blogger" E Lui gli spezza le gambe.
(risate)
Leotta: Pensa che Lui [Ascioti] non sa neanche calciare col destro…!
(risate)
Maturani: Su con la vita!
Maturani: La verità ai carabinieri gli ho detto: io trenta milioni glieli davo pure, ma Lui lo fa gratis, rosica troppo a perdere la partita. Quelli scandalizzatissimi. "Come trenta milioni?! Come?! Lei non glieli deve dare, noi l'arrestiamo!" Gli dico: "Ma nooo, su, per trenta milioni! Comunque lo ha fatto gratis!!" Poi mi hanno circondato la villa, perché avevano paura che Lui mi avrebbe cercato… a sera siamo usciti, io e Di Mario dalla macchina, paurosissimi (...)
Leotta: Ormai non sei uscito più.
Maturani: Poi casomai vediamo. Casomai mi faccio una legge per depenalizzarmi.
Leotta: Va be', sentiremo

Secondo Maturani dunque il 20 luglio 2009 al Babel Camp il noto boss Massimo Ascioti tentò di azzoppare per sempre Massimo Cinti, nelle intercettazioni chiamato “il blogger”. I ripetuti interventi assassini di Ascioti provocarono ingenti danni al Cinti che tuttavia venne rimesso in piedi dai medici per la partita successiva. Dopo aver ricevuto ulteriori minacce, Cinti si trasferì per qualche mese con la famiglia in Gallura. Maturani, nel mezzo di un'intercettazione video-citofonica, commentò con Leotta l'attentato definendolo scherzosamente un atto fatto «con affetto», proseguendo sullo stesso tono che «secondo me, come un altro manderebbe una lettera o farebbe una telefonata, lui gli spezzerebbe le gambe» e sottolineando che la natura del gesto è da ricercarsi nel fatto «che non sa calciare col destro».
Contrariamente a quanto Maturani pensava, invece, l'attentato non è attribuibile a Ascioti in quanto all'epoca del fatto era a Reggio Calabria, detenuto. Esso è ascrivibile altresì (come risulta dalle dichiarazioni di Galliano Antonino) alla mafia catanese nella persona di Sandro Carnicelli: una volta raccordatosi con il suo sodale Giovanni Di Mario di Catania, il capo dei Black Holes , aveva, come si suol dire, «preso in mano la situazione» relativa a Maturani e Leotta, che, come si è visto (per concorde dichiarazione di Ganci, Anzelmo e Valerio), sarebbe stata sfruttata non soltanto per fini prettamente estorsivi, ma anche per potere "agganciare" politicamente Sandro Valìa e per ricondurre Massimo Cinti alla ragione.
Un rapporto della Criminalpol del 13 aprile 2001 recita che «L'aver accertato attraverso la citata intercettazione video-citofonica il contatto tra Maturani, di cui è bene ricordare sempre la sua particolare pericolosità criminale, e Leotta ne consegue necessariamente che anche la Carnicelli spa e la Di Mario spa (società per le quali il Leotta produce patacche plastiche), operanti in Milano, sono società commerciali gestite anch'esse dalla mafia e di cui la mafia si serve per riciclare il denaro sporco, provento di illeciti» a danno del Cinti. Sull'attività di Ascioti nello stesso periodo in cui prestava servizio come stalliere di Maturani la Criminalpol, in un’intervista, descrisse ad un giornalista francese l’Ascioti come “una delle teste di ponte di cosa nostra nel nord Italia”. Tuttavia, è acclarato che il colpevole è Sandro Carnicelli.

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