... all'undicesimo della ripresa eccolo scendere agevole e felpato sulla fascia sinistra, si avvita su se stesso, esegue un loop, dimentica la palla quattro passi indietro, ma la aspetta sicuro e beffardo... eccola, è tra i suoi piedi, fresca, tonda, soda... ma un vuoto di memoria lo induce alla riflessione: perchè stava lì quella fresca sera autunnale, in mutande e maglietta, sudato e puzzolente? Attorno a lui volti sconosciuti lo incitavano: "e passa sta cazzo de palla!!!!! ma che 'tte sei rincojonito??" Non li conosceva, non sapeva perchè lo chiamavano e lo ingiuriavano, gli urlavano dietro frasi irripetibili. Poi un intervento a forbice del terzino destro lo riportò alla realtà: la contusione e la distorsione conseguenti all'intervento assassino gli dolevano, certo; ma era tornato!!!! Era di nuovo in campo, anche se i suoi compagni lo avevavo scalciato fuori dalla riga bianca, all'altezza del corner, per non intralciare la ripresa del gioco. Ma era tornato. Si rialzò faticosamente, squassato dal dolore e nell'insofferenza di tutti gli altri mutandati. Camminava a fatica e gli occhi gli si riempirono di lacrime: erano di gioia. Stava finalmente riassaporando l'emozione dei dolori da footbal: guadagnò la panchina in preda all'euforia e una volta seduto iniziò a massaggiarsi la caviglia; erano anni che non assaporava queste gioie. Si leccò l'abrasione come un cane. Poi salutò tutti, si diresse verso la doccia ma non lo rivide più nessuno.

giovedì 8 novembre 2018

Al Babel tornano a suonare le note dei Verdiramarro


Si torna a parlare di calcio. Si torna a giocare a calcio. E’ il grande ritorno dei Verdiramarro contro i Verdiramarrossi. La partita si incaglia, però, sulla composizione delle formazioni: nessuno conosce i convocati, neppure il Presidente eletto dal popolo dai due vicepresidenti che lui stesso ha convocato ignorandone la carica coperta. “Non voglio rivelare i convocati per non influire sull’esito del risultato” dichiara il Presidente dei Calciatori aggiornando immediatamente il suo CV apportando la modifica “Presidente della FIGC e C.T. della nazionale”. Scoppia la lite e la crisi è dietro l’angolo. Prima i giocatori si schierano correttamente ed equamente nelle varie metà campo (se ne contano  



all’inizio), ma immediatamente prima del fischio viene notato l’elevato numero di clandestini e la partita viene sospesa per motivi di sicurezza e vengono chiuse tutte le porte degli spogliatoi. Dopo infinite e interminabili trattative e solo con la richiesta di archiviazione dei reati da parte della magistratura di Catania viene dato il calcio d’inizio grazie ad un comma inserito in extremis nel “Decreto Genova, un passo inutile per i cittadini, ma una grande svolta per evasori e criminali”.

Il calciotto è uno sport di squadra che si gioca sul campo con pesanti pietre di granito levigate, dette stones (pietra in inglese), dotate di un'impugnatura. I giocatori, suddivisi in due squadre, fanno scivolare queste pietre su un pavimento di ghiaccio verso un'area di destinazione, detta "casa" (home), contrassegnata da tre anelli concentrici. Le due squadre, ognuna composta da quattro giocatori, lanciano a turno le pietre con un effetto detto curl (roteare in inglese), grazie al quale la pietra percorre una traiettoria curvilinea. Ogni squadra ha a disposizione otto lanci per ogni intervallo di gioco, detto end, dove ogni giocatore lancia due stones, o pietre.
Lo scopo del gioco è di accumulare, nel corso della partita, un punteggio maggiore dell'avversario. I punti si calcolano in base al numero di stones più vicine al centro della casa alla conclusione di ogni mano. Una mano si completa quando entrambe le squadre hanno lanciato tutte le proprie stones. Un gioco può essere costituito da dieci o da otto mani che viene definita “ragnatela” o metodo di gioco di Niels Bohr, il precursore del gioco a zona orbitale.
La traiettoria curvilinea può essere ulteriormente influenzata dall'azione delle scope da curling, che vengono usate per abradere la superficie del ghiaccio di fronte al sasso alterandone le caratteristiche.
Strategia e gioco di squadra determinano il percorso ideale e il posizionamento della pietra in ogni lancio; il compito della squadra è far sì che la pietra arrivi nel punto desiderato. Per la strategia e la tattica applicata questo sport è soprannominato "scacchi sul ghiaccio".
“MA A CHE CAZZO STAMO A GIOCA’?” esclama un convocato all’improvviso che deriso dai compagni si becca una stone in fronte ed una scopa abrasiva nel culo.
“Abbiamo studiato all’università della vita e ci siamo informati su internet” esclamano tutti gli altri giocatori che proseguono la partita. Il tennistavolo o Xi Jinping, più popolarmente conosciuto come Ping, è uno degli sport di maggior diffusione nel mondo e una specialità olimpica. È stato inventato alla fine dell'800, in particolare nel 1884.
Può essere svolto a scopo ricreativo a qualsiasi età e si può giocare in luoghi ristretti, al chiuso e all'aperto.
Per la pratica agonistica sono necessari luoghi attrezzati e spaziosi al chiuso. Richiede, inoltre, un'opportuna preparazione psicofisica a causa delle sollecitazioni, sia fisiche che di concentrazione mentale, espresse nei brevi tempi di ogni scambio.
Per questo l'atleta di tennistavolo esprime in genere doti fisiche di coordinazione, rapidità di movimento e ottimi riflessi oltre ad una certa sensibilità nel tocco …




sabato 15 settembre 2018


Semo tornati!!

mercoledì 17 novembre 2010

Partita dai due volti


Grande tensione ieri sera al babel dopo il monologo di Borelli a "Vieni via con me".
"Era meglio se te ne andavi e non tornavi" tuona Esposito e Ascioti invoca il diritto di replica.
Parole distensive di Cesarone che dichiara «sono tentato di ribattere all'Uefa e a Platini quando si disse contrario alla tessera del tifoso: se in Europa fosse in vigore il sistema italiano, Daspo più tessera carta per due, non sarebbe successo nulla, tutti a cena e mangi per 2 e paghi per uno”.
La partita. Si è rivelata una partita doppia, con due metodi di gioco a tattica contabile consistente nel registrare le manovre offensive simultaneamente in due serie di conti (principio della duplice rilevazione simultanea), allo scopo di determinare il modulo di un dato periodo di gioco e di controllare i movimenti di fascia della gestione del pallone. Il metodo di gioco fu descritto per la prima volta dal terzino matematico Forosetto, nel suo libro Summa de arithmetica, geometrica, proportioni et proportionalita, dove la somma delle realizzazioni avversarie non sono mai uguali o maggiori a quella della propria squadra. La tattica viene osservata sotto due aspetti, come sottolinea Di Giacomo: l'aspetto numerario detto anche “Maturano” e l'aspetto economico proprio del Di Giovanni. L’impostazione del gioco, ad esempio, comporta per la squadra il contemporaneo sorgere di un credito o di un incasso (Galanti) e di un ricavo (Natale) e pertanto la scrittura contabile eseguita con il metodo della tattica doppia deve registrare tali aspetti.
La prima ripartenza tenuta sicuramente in Partita Doppia , quella dei “Massari” del Comune di Genova del 1340, ha gli importi registrati coi numeri romani e pertanto è impossibile stabilire il risultato ed ha indotto le legioni ad assumere atteggiamenti tattici diversi : Inizialmente la legione Verderamarro adottava lo schieramento della acies triplex, ovvero la disposizione di tre uomini su tre linee distinte. Il problema tattico è tutt'ora irrisolto perché il regolamento prevede l'impiego di soli otto giocatori alla volta. Anche se la triplex era la più usata i Ramarro erano soliti anche adottare la acies duplex e la acies simplex; rispettivamente linea doppia, e linea singola che avevano la funzione principale di capovolgere il fronte d'attacco o per comparare quello avversario o per sembrare più numerosi e intimorirlo. La cavalleria si assicurava che le fasce rimanessero difese e grazie al rapido movimento degli esterni che tentavano di aggirare gli avversari, mentre la prima linea li impegnava, per colpire alle spalle. Le squadre erano schierate in base ad armamento e quindi in base censitaria e di esperienza: avanti a tutti erano i Valiates, provocatori con fionde o giavellotti, che dovevano scagliare dardi addosso agli attaccanti e darsela a gambe. A quel punto subentravano i Carnicellensi, fino ai Tebaldi, ultimi della formazione, i veri veterani. La cavalleria non giocherà mai un ruolo fondamentale nelle partite romane, innanzitutto perché cavalcare un cavallo e saltare in dribbling in sella era difficile dato che le staffe non erano state ancora inventate. D'altro canto i Verdi Ramarrancio erano famosi per la tattica a testuggine: un modo "creativo" per difendersi dagli assalti avversari. I giocatori si avvicinavano tra loro: a mo' di tegole si sovrapponevano i parastinchi tenendoli alzati e usando come appoggio quelli degli esterni bassi che creavano un perimetro perpendicolare. Un carro armato vivente, che avanzava sotto i colpi delle pettorine verdi, rimanendo illeso. Ovviamente la testuggine era una formazione lenta e pericolosamente prevedibile. Per questo veniva usata in caso di assedio, per l'avvicinamento al centrocampo oppure per far sprecare energie agli avversari prima della fine della partita. Quando si creava una testuggine, bisognava essere diretti e sapere ogni minimo movimento. Si dice che per testare la resistenza di una testuggine, durante gli allenamenti, vi si lanciasse sopra una macchina, meglio se un SUV. Mentre il match entra nel vivo, la cavalleria in posizione arretrata avanza sulle fasce, coperta dai due bracci della mezzaluna che, allungatosi, impediscono alle pettorine arancio di imbastire qualsiasi trama offensiva. Una volta che l'attacco è penetrato abbastanza all'interno scatta l'ultima azione: la cavalleria ramarro circonda gli orange, e li carica da dietro. Ora non vi è più via fuga ed i Verdi Ramarrancio, impegnati su tutti e quattro i lati del campo di gioco, incorrono nell'ennesima sconfitta.

sabato 2 ottobre 2010

Ci dissociamo!

COMUNICATO STAMPA

Il Calciotto de Noantri si dissocia dai comportamenti dei suoi tesserati Borelli Roberto, Dei Andrea, Leotta Roberto, Marafioti Roberto, Membrino Roberto e Roberto Roberto: altresì infligge loro una penale di euri 20,05 iva inclusa.

La misura è stata comunicata agli interessati dall'Amministratore stesso del Calciotto de Noantri a mezzo raccomandata, in quanto l'amministratore stesso è al momento ristretto nella casa circondariale di Sant'Anselmo in Flumini per le accuse di peculato, falso in bilancio, concussione, corruzione aggravata, circonvenzione di se stesso, peculato bis, mendacio, truffa semplice e aggravata, rapina a mano armata, offese a pubblico ufficiale, resistenza a pubblico ufficiale, rissa con pubblico ufficiale, vittoria ai punti con pubblico ufficiale.

Dichiara l'Amministratore: "La condotta dei tesserati è stata assolutamente immorale! Non è più possibile continuare a calcare i campi verdi e gloriosi del Babel finché costoro non adotteranno un contegno più riguardoso dei colleghi e della morale pubblica"

Il fatto: durante l'ultima partita, dominata dai Ramarri Verdi benché in inferiorità numerica, Borelli, Leotta e Membrino (in contumacia) nella colpevole acquiescenza di Marafioti e Dei, si trastullavano e disturbavano l'andamento della partita raccontando barzellette offensive verso i colleghi e bestemmiando in aramaico stretto. Benché richiamati più volte all'ordine essi insistevano nel loro comportamento irriguardoso fino al fischio di chiusura.

Il Vaticano, tramite il cardinal Bertone ha stigmatizzato l'episodio non tanto per la sconcezza delle barzellette e per la volgarità delle bestemmie di cui ha ampiamente riso, quanto per le interruzioni costanti del match che veniva alterato nel risultato ripercuotendosi quindi sulla regolarità delle scommesse clandestine su cui lo Ior aveva puntato forte.
Bertone, disgustato, in un'intervista a Libero (il quotidiano che fa parte della stessa cordata di proprietà dell'amministratore insieme alle altre testate "Il Terzino", "Il Centromediano", "Il Tornate", e "Il Brocco") ha usato parole apocalittiche richiamandosi all'etica del calciotto, poi ha addirittura paventato la scomunica dei cinque tesserati e, solo per carità cristiana, ha inflitto loro una semplice penitenza di 40 ave marie e di 60 pater noster, oltre che al risarcimento della giocata del picchetto andata in malora che ammonterebbe a 540.000,00 euro cadauno secondo le stime del cassiere Vaticano.

Voci di corridoio prevedono a breve un autorevole intervento del Presidente Napolitano che richiamerà tutti alla moderazione dei termini, ad un comportamento più virtuoso, alla morigeratezza dei costumi: insomma, si continui pure a fare ciascuno il cazzo che gli pare.

Ambienti vicini al governo parlano invece di un decreto legge urgentissimo che impedirà di intercettare tutte le barzellette ad eccezione di quelle su Pierino e di quelle sui Carabinieri. Questa apertura, pretesa con vigore dai Finiani, ha fatto si che la legislatura fosse salva. Con buona pace di Bersani che temeva di doversi rimboccare le maniche e iniziare a dire ed a fare qualcosa di sinistra.

L'incidente, su Le Monde, è stato visto in realtà come un tentativo del governo di impedire il corso della giustizia, poiché la magistratura, alle prese con tutta la sequela dei reati commessi dagli attori, si sarebbe inchiodata fino al 2037 consentendo così l'elezione di Mr.B. a presidente della Repubblica, quindi a Imperatore, indi a Papa.

Il New York Times invece riserva all'accaduto solo un piccolo articolo di fondo in ventiquattresima pagina dal titolo "Fatta l'Italia, bisogna disfare gli Italiani" in cui ricorda che i 150 anni di vita dello stato italiano siano serviti solo ad accumulare uno dei deficit pubblici più alti al mondo e a far diventare Tremonti e Brunetta ministri della Repubblica.

Detto questo... la sapete l'ultima??? No???? ALLORAAAAA!!!! SE STATE ZITTI VE LA RACCONTO IO, PORCO QUA' PORCO LA'....... !!!!

giovedì 2 settembre 2010

Ancora un miracolo, si ricomincia: martedi 7 settembre alle 21:00 - Eschilo 1


Riparte la stagione!
Il Calciotto de Noantri si adegua alle disposizioni della Lega ed applica il calendario spezzatino

Ed eccoci quaaaaaa ... pronti di nuovo.
L'estate è stata rovente e la politica ha tracciato la via a quello che sarà il prossimo campionato: frammentare, dividere e spezzare tutto ciò che si può.
Il Calciotto de Noantri non si è tirato indietro ed ha sottoposto un sondaggio ai giocatori: volete giocare il martedi invece del lunedi?
Unanimi le risposte che ci hanno portato a definire il seguente calendario:
il lunedi alle 19:22 giocheranno: Cesarone, Valia, Membrino, Galanti ed Ascone all'Eschilo 1;
il martedi alle 22:45 giocheranno: Natale, Cinti, Carnicelli al Babel;
il mercoledi alle 8:20 il primo tempo: Dei, Di Giacomo, Ciancarini, Ascioti e Valerio da Antonio;
il giovedi il secondo tempo dalla mattina alla sera con: Di Mario, Borelli, Luke Foro, Esposito, Iglif;
il venerdi alle 23:59: Leotta, Marafioti e gli altri, ma a volano.

Altre grandi novità: da quest'anno Il Calciotto de Noantri si autofinanzierà per costruirsi il proprio stadio. Con la prima partita i calciatori sottoscriveranno un mutuo da 1.300 euro a testa a settimana che verrà pagato in una sola e comoda rata anticipata.

Sempre per autofinanziarsi Il Calciotto de Noantri chiederà l'applicazione di una leggera sovrattassa di 2 euro ciascuno per giocare quante più colonne possibili al Superenalotto. I numeri cambieranno rigorosamente ad ogni estrazione per non dar modo ai giocatori stessi di ricordare la combinazione e per non interferire nella concentrazione pre e post partita.

Che il gioco abbia inizio!



martedì 23 marzo 2010

La vittoria dell'amore sull'odio

Per gli organizzatori l'Orangina vince 107 a 2
12 a 6 per la questura

I Ramarro'ssi presentano un decreto interpretativo per far ripetere la partita


In nove miliardi (nessuno per la questura) sono accorsi all'Arena Eschilo 1 per il rientro del giocatore più rappresentativo della storia dei Verdi Ramarro'ssi appena ceduto all'Orangina. "E' stata la vittoria dell'amore sull'odio" ha dichiarato Cinti a caldo ai microfoni del Disinformatore. Ed è stata davvero una prova superlativa dove ha raccolto appalusi a scena aperta anche dagli avversari: una doppietta di pregevole fattura ed assist e giocate di prima perfettamente coadiuvato da uno straripante Asciotino e dall'onnipresente Forosetto. Il Presidente del Consiglio, che rivendica i meriti di queso ennesimo miracolo italiano, ha dichiarato: "L'avevo sempre detto che poteva avere ancora dei figli!" ricordando che da solo ha ribaltato una sentenza in giudicato della cassazione quando tutti i dirigenti Ramarro chiedevano di staccare la spina per mettere fine ad una terribile agonia. "... C'è una patologia nel nostro calcio ed è la peggiore ..." continua il milgior Premier degli ultimi 150 di storia italiana "... certa magistratura applica la tattica del fuorigioco in modo millimetrico e fa vincere tutte le partite ... per 3 mesi hanno tenuto Cinti in coma privi di ogni buon senso ... stasera sono ospite ed anch'io ho pagato la mia quota per il campo ..." per essere abbattuto dall'unica cannonata andata a bersaglio dal bomber Galanti.
Ma veniamo alla cronaca: l'Orangina schiera Natale tra i pali, Di Mario, Forosetto Ascioti Senior in difesa, Cinti con compiti di centromediano metodista (secondo un rituale anglicano) e di supporto a Ciancarini e Asciotino. La risposta degli infratinati è confusa sin dalle prime fasi: mangiano panini a ripetizione, non presentano la lista, si schierano in 8 alla fermata dello 04 barrato in via Euripide, obliterano tutti, ma hanno solo 7 biglietti, riscrivono in fretta il loro decreto interpretativo, pieno di errori, la consulta lo boccia, Napolitano lo firma lo stesso. Inviperiti, Ascone, Borelli, Leotta, Marafioti Senior e Junior, Galanti ed Esposito, entrano in campo innalzando lo striscione con su scritto "Sono mesi che hanno aperto le ostilità contro di noi" ricordando come non sia stato permesso a Maturani di partecipare alla competizione.
Scrutinando le azioni i Ramarr'ossi passano subito in vantaggio, l'Orangina chiede l'intervento dei caschi blu e ristabilita la legalità l'asse Asciotino-Cinti-Forosetto, con le incursioni sulle fasce di Di Mario e Ascioti Senior ed il blocca decreti Ciancarini, demoliscono i sempre più sfiduciati Ramarri.
Galanti ingaggia una personalissima battaglia tra il suo berretto ed i suoi piedi risultando entrambi perdenti. Sfanculato dai scuoi compagni di squadra intercetta alcune conversazioni telefoniche tra Ascone e Leotta dove quest'ultimo dichiara che per lui, nella pineta di Castel Fusano, non è possibile che le tariffe superino i 1.000 euro. Mentre lo scandalo dilaga gli Oranges macinano gioco e reti vanificando qualsiasi rimonta di quella che è stata la squadra più forte degli ultimi 7 anni.

domenica 15 novembre 2009


mercoledì 28 ottobre 2009

Si gioca a calcio

Lunedi 2 novembre alle 21:00 si gioca a calcio

Centro Sportivo Longarina

Via di Castel Fusano 79

Riscattato Ivan Luis Antonio Zamorano Dos Panci Y Zamora

Ivan Luis Antonio Zamorano Dos Panci Y Zamora torna dal prestito gratuito!


Botta & risposta con Ivan Luis Antonio Zamorano Dos Panci Y Zamora pizzicato al check in dell' areoporto internazionale Sangallo di Nettuno in procinto di partire per il ritiro per la prossima partita dei morti............


I. Allora ..... dopo tanto tempo.....Emozionato?
Z. Ovvio...Dopo aver lasciato I Romazzino Galaxy rientro finalmente tra gli infratinati...la mia squadra del cuore in una cornice suggestiva quale la partita dei morti....con le candele accese...la processione....
I. Ecco...parliamo del prestito...qualcuno dice che le sue prestazioni siano state al di sotto degli standard pur contribuendo, con i suoi gol, alla salvezza della squadra...
Z. Mah...da quel che mi risulta c' era la volontà della società di trattenermi...
I. Voci di corridoio parlano di un' offerta pe il riscatto che non è stata accettata....
Z. Le voci di mecato non mi interessano.....Adesso penso solo a far bene con gli infratinati...
I. Pensa subito ad un rientro in prima squadra?
Z. Sò per certo che la concorrenza per una maglia da titolare è diventata acerrima...spero di convincere il mister.
I. Forse si gioca in undici contro undici....questo la spaventa....
Z. No. Sono in forma....E poi tanto, si correrà solo i primi 5 minuti...dopo di che inizieremo a bere granatine, giocare a tresette e raccontare barzellette....come l solito...

venerdì 16 ottobre 2009

Ninja Warrior Game

















Solita partita alle 21:00 al Centro Eschilo 1.

Sono già confermati:

1) Ascioti M.
2) Carnicelli A.
3) Ascone F.
4) Galanti M.
5) Natale G.
6) Cinti M.
7) Luke Foro
8) Valerio
9) Valerio Portiere
10) Maturani S.
11) Di Mario G.
12) Di Giacomo A.
13) Esposito D.
14) Claudio M.
15) Cesarone
16) Roberto Portiere

Disponibilità in lista d'attesa.

mercoledì 23 settembre 2009

Ritorno al Futuro


E' indetta la partita "Ritorno al Futuro" di calciotto.

Si gioca lunedi 28 settembre, ore 21:00, Eschilo 1.

Sarà titolo preferenziale:
1) chi ha giocato lunedi 21
2) chi ha giocato lunedi 14 alle 23:00;
3) chi conferma per email entro giovedi 24 settembre
4) chi conferma su fèisbuk
5) chi non ha un cazzo da fare
6) chi ha giocato con Sandro Valia

venerdì 18 settembre 2009

In Extremise ...

Si gioca

lunedi 21 settembre
ore 21:00
Arena Eschilo 1

Via Eschilo 85
00124 Axa




mercoledì 2 settembre 2009

SI RIPARTE!!!!


LUNEDI' SERA
7 SETTEMBRE 2009
ORE 21,00
ALLA LONGARINA
CALCIO A 11

venerdì 7 agosto 2009

venerdì 24 luglio 2009

Minacce a "Il Calciotto de Noantri"

giovedì 23 luglio 2009

Ostia: l'interrogatorio di Carnicelli


"Sono stato dai magistrati per rispondere alle loro domande sulle contestazioni addebitatemi. Avrei voluto portare il mio contributo all'accertamento della verita', ma non siamo stati posti nella condizione di farlo". A dirlo ai giornalisti e' Sandro Carnicelli, difensore degli Holes Blacks, all'uscita del Palazzo di Giustizia del XIII Municipio. L'ex terzino e' stato ascoltato oggi dal procuratore aggiunto nell'ambito dell'inchiesta sugli "azzoppamenti seriali con il destro", ed il pool è orientato ad incriminarlo anche per "pesca in alto mare con i braccioli, parcheggio abusivo, violazione dei diritti d'autore, dei diritti dei rifugiati e dei diritti in genere, segnali vietati al compagno durante le partite di scopone scientifico e piantagione di mirto di Sardegna. L'interrogatorio e' durato poco meno di un'ora.
L'ex terzino de noantri ha dunque respinto le accuse con una sola dichiarazione messa a verbale: "Mi dichiaro estraneo ai fatti, ma non rispondo se non mi vengono fatte contestazioni specifiche". Dopo avere ascoltato le accuse che gli vengono mosse dalla Procura, Carnicelli ha chiesto che gli venissero indicati gli episodi specifici di gioco violento e scorretto, i singoli atti che avrebbe posto in essere per agevolare il il nuovo schema difensivo dell'Avv. Di Mario. Non avendo ottenuto quel che chiedeva, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Lo si è appreso in ambienti giudiziari.
I pm si sono limitati ad elencare all'indagato le fonti di prova a suo carico, basate su dichiarazioni di Natale e Borelli e su intercettazioni video-citofoniche che, in attesa dell'autorizzazione del Senato, non sono utilizzabili. La verbalizzazione è durata circa un'ora. Adesso in Procura é atteso il pataccaro plastico Leotta, pure lui indagato con l'accusa di cianchettatura aggravata.
Gia' ieri i magistrati hanno ascoltato Valia (Verdi Ramarro'ssi) e Galanti (Polo Nere), entrambi raggiunti da un avviso di garanzia nell'ambito della stessa inchiesta. "Sulla richiesta avanzata dal mio difensore di formulare in modo chiaro e preciso, come impone la legge, i fatti o il fatto, le prove o le condotte - precisa Carnicelli -, non mi e' stato indicato un solo fatto o una sola condotta e , quindi, non ho potuto rispondere, pur essendomi recato in Procura per contribuire all'accertamento della verita'". "Ho fatto comunque presente - conclude il tuttofare della difesa Holes Blacks - di essere disponibile in qualsiasi momento e, nel loro silenzio, avanzeremo richiesta di archiviazione".


mercoledì 22 luglio 2009

Scomode Verità

Siamo entrati in possesso del testo delle intercettazioni che inchiodano Sandro Carnicelli alle sue pesanti responsabilità. Tuttavia, dalla video-citofonata di cui pubblichiamo il testo, appare collusa o quantomeno connivente l’intera squadra dei Black Holes

Maturani:Pronto?
Leotta: Pronto.
Maturani: Ciao sono Leotta!
Leotta: Eccomi! Ma sei pazzo…
Maturani: Tranquillo, il citofono non è sotto controllo…Allora, è Massimo Ascioti.
Leotta: Eh?
Maturani: E’ lui che azzopperà “il blogger”
Leotta: Non mi dire!
Maturani: Sì.
Leotta: E come si sa?
Maturani: E... da una serie di deduzioni, per il rispetto che si deve all'intelligenza.
Leotta: Ah, ma è fuori?
Maturani: Sì, è fuori [fuori dal carcere, in libertà].
Leotta: Ah, non lo sapevo neanche.
Maturani: Sì; questa cosa qui, da come so che la farà… una cosa rozzissima, ma fatta con molto rispetto, quasi con affetto... e sarà fatta soltanto al “blogger”. Secondo me, come un altro manderebbe una lettera o farebbe una telefonata, o metterebbe una bomba…lui invece lo azzopperà…
Leotta: Alla Ascioti, sì sì.
Maturani: Un entrata criminale, a gamba tesa sulle ginocchia, cioè proprio il minimo...
Leotta: Sì, sì, cioè proprio come dire “mi faccio sentire, sono qui presente”.
Maturani: Sì, tipo: "è arrivata una raccomandata, caro blogger" E Lui gli spezza le gambe.
(risate)
Leotta: Pensa che Lui [Ascioti] non sa neanche calciare col destro…!
(risate)
Maturani: Su con la vita!
Maturani: La verità ai carabinieri gli ho detto: io trenta milioni glieli davo pure, ma Lui lo fa gratis, rosica troppo a perdere la partita. Quelli scandalizzatissimi. "Come trenta milioni?! Come?! Lei non glieli deve dare, noi l'arrestiamo!" Gli dico: "Ma nooo, su, per trenta milioni! Comunque lo ha fatto gratis!!" Poi mi hanno circondato la villa, perché avevano paura che Lui mi avrebbe cercato… a sera siamo usciti, io e Di Mario dalla macchina, paurosissimi (...)
Leotta: Ormai non sei uscito più.
Maturani: Poi casomai vediamo. Casomai mi faccio una legge per depenalizzarmi.
Leotta: Va be', sentiremo

Secondo Maturani dunque il 20 luglio 2009 al Babel Camp il noto boss Massimo Ascioti tentò di azzoppare per sempre Massimo Cinti, nelle intercettazioni chiamato “il blogger”. I ripetuti interventi assassini di Ascioti provocarono ingenti danni al Cinti che tuttavia venne rimesso in piedi dai medici per la partita successiva. Dopo aver ricevuto ulteriori minacce, Cinti si trasferì per qualche mese con la famiglia in Gallura. Maturani, nel mezzo di un'intercettazione video-citofonica, commentò con Leotta l'attentato definendolo scherzosamente un atto fatto «con affetto», proseguendo sullo stesso tono che «secondo me, come un altro manderebbe una lettera o farebbe una telefonata, lui gli spezzerebbe le gambe» e sottolineando che la natura del gesto è da ricercarsi nel fatto «che non sa calciare col destro».
Contrariamente a quanto Maturani pensava, invece, l'attentato non è attribuibile a Ascioti in quanto all'epoca del fatto era a Reggio Calabria, detenuto. Esso è ascrivibile altresì (come risulta dalle dichiarazioni di Galliano Antonino) alla mafia catanese nella persona di Sandro Carnicelli: una volta raccordatosi con il suo sodale Giovanni Di Mario di Catania, il capo dei Black Holes , aveva, come si suol dire, «preso in mano la situazione» relativa a Maturani e Leotta, che, come si è visto (per concorde dichiarazione di Ganci, Anzelmo e Valerio), sarebbe stata sfruttata non soltanto per fini prettamente estorsivi, ma anche per potere "agganciare" politicamente Sandro Valìa e per ricondurre Massimo Cinti alla ragione.
Un rapporto della Criminalpol del 13 aprile 2001 recita che «L'aver accertato attraverso la citata intercettazione video-citofonica il contatto tra Maturani, di cui è bene ricordare sempre la sua particolare pericolosità criminale, e Leotta ne consegue necessariamente che anche la Carnicelli spa e la Di Mario spa (società per le quali il Leotta produce patacche plastiche), operanti in Milano, sono società commerciali gestite anch'esse dalla mafia e di cui la mafia si serve per riciclare il denaro sporco, provento di illeciti» a danno del Cinti. Sull'attività di Ascioti nello stesso periodo in cui prestava servizio come stalliere di Maturani la Criminalpol, in un’intervista, descrisse ad un giornalista francese l’Ascioti come “una delle teste di ponte di cosa nostra nel nord Italia”. Tuttavia, è acclarato che il colpevole è Sandro Carnicelli.

martedì 21 luglio 2009

Carnicelli condannato a scontare la pena secondo il codice 41 bis


Si de "Il Calciotto de Noantri" all'art. 34 del ddl sulla sicurezza che inasprisce il regime di detenzione per i giocatori fallosi.

Con 249 voti a favore, 7 contrari ed 1 astenuto "Il Calciotto de Noantri" ha approvato l'articolo 34 del ddl sulla sicurezza che inasprisce l'articolo 41 bis che viene applicato soprattutto per i condannati di gioco scorretto, gioco falloso reiterato e falli di mano reiterati.
Un voto «quasi unanime» come ha sottolineato il presidente del Calciotto Graziano Natale, che ha espresso biasimo per i soli voti contrari delle Polo nere, per altro usciti anche ieri sera sconfitti dal verdetto del campo. I Verdi Ramarro'ssi non possono che compiacersi della quasi unanimità di questo voto» ha detto Borelli.
Dopo il varo delle norme che hanno agevolato il sequestro e la successiva confisca dei beni anche ai giocatori degli Holes Blacks scorretti, Leotta, Maturani ed un irriconoscibile Galanti, "un altro importantissimo passo è stato compiuto nell'opera di disintegrazione di un pericoloso e perverso paradigma di una vera e propria caccia all'uomo di sistema", tuona Valia. Molto soddisfatto anche il rientrante Luke Foro, fra i proponenti dell'inasprimento del 41 bis. Di Mario, l'unico astenuto, spiega poi che nel corpo della norma vi sono anche misure più restrittive che riguardano il regime detentivo per impedire che dalle carceri i giocatori scorretti possano esercitare il loro potere attraverso i social networks. Inoltre, i contatti con gli attaccanti, nel caso i condannati rivedano la luce dei lampioni dei campi di calcio, non potranno essere più di tre a partita. Anche la permanenza all'aperto continuerà a essere consentita ma con maggiori restrizioni: non potranno superare la linea di centrocampo e non potranno godere più di quattro tocchi di palla ad azione. Ancora, saranno introdotti alcuni accorgimenti per evitare che i giocatori delle Polo Nere comunichino tra di loro e si scambino passaggi più di due volte consecutive. Il tiro in porta sarà permesso solo se il divario di reti con gli infratinati ramarro sarà uguale o superiore a 3. Ed è inserita l'aggravante se il fatto è commesso da un Pubblico ufficiale, da un incaricato di pubblico servizio o da un avvocato, ma anche da un barman, da un imprenditore di patacche di plastica, da un cuoco, da un addetto alla manutenzione di aeroplani, da un operatore di scavi archeologici o da un libraio.
"Sono d'accordo sull'inasprimento delle pene per gli Holes Blacks, ma la riforma delle regole del Calciotto non si deve dimenticare di abolire le leggi e tutti quegli assurdi benefici di pena come la buona condotta, per esempio, ed anche gli eventuali sconti di pena" ricorda il sempre tempestivo e pragmatico Ascone. "Siamo sicuri che un giocatore scorretto si comporti bene in carcere e dimostri pentimento per il suo reato?" chiede Di Giacomo. "Il perdono? Devono essere interpellate le vittime e i loro familiari e il loro parere deve essere vincolante; eventuali sconti di pena possono essere concessi solamente dopo aver scontato almeno il 90% della pena stessa! Nel caso dell'ergastolo solo dopo il compimento dell'85 anno di età del reo, e previo parere, che deve essere sempre e comunque vincolante, dei familiari delle vittime possono essere concessi i domiciliari al calciatore scorretto" afferma la vittima Cinti. "Ci sarà un motivo se tutti i più incalliti giocatori scorretti d'Europa preferiscono giocare in Italia, forse è giunto il momento di togliere loro questi privilegi" dichiarano Panci ed Esposito dai loro comodi lettini sotto un ombrellone a Porto Cervo.


mercoledì 15 luglio 2009

I Ramarro'ssi vincono al 90' dopo un interminabile assedio


Le Polo Nere schiacciate per tutta la partita nella propria metà campo
Divario nettissimo, ma gli infratinati vincono all'ultimo minuto su autogol



Gli Holes Blacks sembravano avere a loro disposizione tre divisioni corazzate e l’equivalente di sette divisioni di fanteria. Il concentramento di forze di difesa cosi' ingenti ha richiesto ai Ramarri molte misure ingegnose nel portare avanti i loro attacchi. Soprattutto è stato necessario, per la squadra capinata da Valia, impedire all’aviazione nemica di rendersi conto perfettamente dell’imponenza dei preparativi. Tale sforzo è stato coronato da un completo successo cosi che l’attacco si è concluso con una vera sorpresa e con il totale successo soltanto dopo 3 minuti di recupero. Sotto la luce della luna piena, quasi un migliaio di bordate da fuori area sono state scagliate sulla difesa di Ascioti Senio, Di Mario e Co. la sera del 10 luglio per tutti i 90 minuti; il tiro è stato quindi diretto contro la porta occupata a turno da Dei, Leotta, Maturani e Galanti e spesso da tutti insieme con gli obici del calibro di Ascone, Natalucci e Asciotino. Sotto la protezione del fuoco delle artiglierie, resa più efficace dai bombardamenti del gioco aereo, avanzavano spesso a suonare la carica il 3° ed il 7° corpo d'armata, comandati rispettivamente dai generali Cinti e Di Giacomo, che hanno attaccato su un fronte di quattro divisioni; l’intero 3° corpo ha cercato di aprirsi due varchi attraverso le linee fortificate nemiche trovando sempre l'opposizione degli assediati. Dietro di loro seguivano le due divisioni corazzate del 9° corpo d’armata (generale Valia) per sfruttare l’eventuale successo. Notevoli progressi sono stati compiuti sotto la protezione di un fuoco imponente; all’alba erano state create nello schieramento delle Polo Nere profonde sacche. I giocatori del genio Ramarro avevano intanto sgombrato il terreno dalle mine alle spalle delle truppe di punta; ma il sistema di campi minati non era stato sfondato in tutta la sua profondità e non vi era alcuna speranza che le forze infratinate riuscissero ad aprirsi molto presto una breccia. Più a sud, la 4° divisione lanciò diversi attacchi dal bosco della Tenuta Presidenziale, mentre la 7° divisione corazzata e la 44° divisione del XIII corpo d’armata irrompevano contro le linee difensive che stavano di fronte a loro. Con ciò hanno ottenuto il risultato di indurre il nemico a trattenere per tre giorni Carnicelli e Palmieri dietro questo tratto del fronte, per quanto contumaci, mentre la battaglia decisiva si sviluppava più a nord. Tuttavia, sino a quel momento nessuna breccia era stata aperta nel profondo sistema di campi minati e di sistemazioni difensive delle divisioni nere.
Nelle primissime ore del giorno 11 Borelli ha tenuto a rapporto rapporto i comandanti di grado più elevato, dando ordine di spingere di nuovo all’attacco prima dell’alba, in conformità alle sue istruzioni iniziali. Effettivamente, durante la giornata altro terreno fu guadagnato dopo aspri combattimenti. Negli Alti Comandi nemici c’erano stati gravi sconvolgimenti. Alla fine di settembre, Ascioti Senior era stato ricoverato in ospedale ed era stato sostituito dal generale Leotta detto "Lo Stumme de Noantri". 24 ore dopo l’inizio della battaglia "Lo Stumme de Noantri" mori in seguito ad un attacco cardiaco; su richiesta di Maturani, Ascioti Senior lasciò l’ospedale e riprese il comando della difea nel tardo pomeriggio riportando le posizioni a quelle del giorno 10. A questo punto la 9° divisione australiana, agli ordini del generale Asciotino, fece una nuova ed efficace puntata in direzione nord, poi verso ovest, cambia direzione verso est e dalla sacca verso il mare, ha raggiunto la Sardegna, ha intercettato tutte le navi Tirrenia di ritorno verso il continente, è stato fermato su una boa al largo di Civitavecchia dall'esasperato Natale che ha prima mollato la famiglia e poi ha ripreso i suoi gradi di Comandante Supremo. Arrivò allora l’ordine di Di Mario che proibiva qualsiasi ritirata, ma la decisione non era più nelle mani degli Holes Blacks.
Nelle prime ore del giorno 11, la 5° brigata scatenò un fulmineo attacco a otto chilometri a sud del centro sportivo Babel, che ebbe pieno successo. La battaglia era ormai vinta per i Verdi Ramarro'ssi e la via era aperta ai loro giocatori per inseguire il nemico attraverso il campo deserto ormai sgombro di ostacoli.


lunedì 13 luglio 2009

14 luglio 2009 sciopero dei blog contro il DDL Alfano per il diritto alla Rete: "Rumoroso silenzio" in Internet e sit-in in piazza Navona (ore 19:00)


comunicato stampa


Per la prima volta nella storia della Rete i blog entrano in sciopero.
Accadrà domani, 14 luglio, con una giornata di rumoroso silenzio dei blog italiani contro il disegno di legge Alfano, i cui effetti sarebbero quelli di imbavagliare l'informazione in Rete.
Il cosiddetto obbligo di rettifica, pensato sessant'anni fa per la stampa, se imposto a tutti i blog (anche amatoriali) e con le pesanti sanzioni pecuniarie previste, metterebbe di fatto un silenziatore alle conversazioni on line e alla libera espressione in Internet.

Domani 14 luglio dunque, invece dei consueti post, i blog italiani metteranno on line solo il logo della protesta, con un link al manifesto per il Diritto alla Rete: http://dirittoallarete.ning.com. Sul network verrà pubblicato inoltre uno slideshow di tuti i blogger imbavagliati che hanno aderito.

L'iniziativa prevede anche un incontro-sit in piazza Navona a Roma, alle ore 19 di martedì 14 luglio, e un simbolico imbavagliamento sia dei blogger presenti sia della statua simbolo della libertà di espressione, quella del Pasquino.

Hanno aderito all'iniziativa blogger di ogni area politica (ma anche non politici) ed esponenti di diversi partiti e associazioni.

Tra gli altri: Ignazio Marino, Vincenzo Vita, Mario Adinolfi e Francesco Verducci (Pd); Antonio Di Pietro (Idv): Pietro Folena (Partito della Sinistra Europea); Amici di Beppe Grillo di Roma, Calabria e Taranto; Articolo 21; Sinistra e Libertà; Per il Bene Comune; Partito Liberale Italiano (PLI).

Hanno aderito a titolo personale anche Giuseppe Civati, Sergio Ferrentino, Massimo Mantellini, Alessandro Robecchi, Claudio Sabelli Fioretti, Ivan Scalfarotto, Luca Sofri, Marco Travaglio e Vittorio Zambardino.

Anche alcuni parlamentari della maggioranza (come Antonio Palmieri e Bruno Murgia), seppur non verranno in piazza, hanno espresso la loro contrarietà alla norma imbavaglia-Rete presente nel ddl Alfano.

Sarà in piazza Navona anche il professor Derrick de Kerckhove, guru della Rete e docente all’Università di Toronto. Verrà infine annunciata la costituzione della “Consulta permanente per il Diritto alla Rete”: avrà l’obiettivo di aprire un tavolo di confronto tra il mondo della Rete e la politica, che tenga conto della libertà di espressione e di informazione, e soprattutto delle necessità di chi la Rete la vive ogni giorno come utente e cittadino.

DIRITTO ALLA RETE


Alessandro Gilioli
Enzo Di Frenna
Guido Scorza

mercoledì 8 luglio 2009

Gioggi lancia un'OPA per acquistare i Verdi Ramarro'ssi e versa l'anticipo!



martedì 7 luglio 2009

I Verdi Ramarro'ssi trionfano alla prima all'Emirates Babel


I Verdi Ramarro’ssi ribaltano in tribunale la sentenza del campo!
Gli Holes Blacks pagano caro le loro irritanti provocazioni
Ascioti Senior parla apertamente di brogli e si dice pronto al “martirio” fino a che la verità non torni quella del campo

Si è dovuto aspettare fino all’alba per sapere chi si era aggiudicata la gara d’apertura all’Emirates Babel valevole per il Campionato Moebius di Chiusura. Il coroner, riunitosi in seduta straordinaria al tribunale de l’Aja, alle 06:46 ora locale, ha emesso il verdetto in giudicato: “Il risultato all’Emirates Babel, che ha visto prevalere sul campo la compagnie degli Holes Blacks, viene annullato e la vittoria assegnata ai Verdi Ramarro’ssi”. “La giustizia viene ristabilita e significa che le nostre vittorie sono le più pulite - ha detto Valia- Oggi dobbiamo apprezzare il grande trionfo dello squadrone Ramarro contro il fronte unificato dell'arroganza di tutto il mondo e la guerra psicologica lanciata dagli avversari". Borelli ha precisato che gli Holes Blacks non sono veri giocatori : "Essi appartengono all'occidente imperialista”. “Essi appartengono a Leotta. Noi siamo contro Leotta" tuona Cuminetti. Dubbi sul risultato sono stati espressi da Stati Uniti, Germania e Francia. Il presidente contumace, Natale, ha ricevuto invece le congratulazioni da Iraq, Afghanistan e Venezuela.
Dalla fazione opposta i sostenitori di Ascioti Senior e compagni sostengono che vi siano stati dei brogli e alcuni affermano che ieri sera Di Mario stesso sia andato a Palazzo Grazioli a chiedere la cancellazione del risultato della sentenza con un decreto d’urgenza, ma ha dovuto constatare che l'omologazione era andata a puttane. Infine, sempre secondo Di Mario, che il risultato sembri "guidato" emerge anche dal fatto che la Cassazione abbia confermato la vittoria degli infratinati e che la sentenza sia stata resa pubblica prima ancora che le luci sul campo di gioco venissero spente. I risultati ufficiali, poi, sono stati divulgati solo attraverso le percentuali e non con la conta del numero dei reti.
Maturani, apparentemente battuto e visibilmente scosso dalla battaglia a carte bollate, ha invitato alla protesta con un grande raduno questo pomeriggio lungo tutto il viale di Castel Porziano. La sua squadra, a nome di Galanti, ha pure invitato la folla ad andare sui tetti gridando "Allah è grande", uno slogan che ha dato vita a calciopoli nel 2007. Ma il ministero degli interni ha rifiutato il permesso e la manifestazione è stata bollata come "illegale". Almeno 170 supporters degli Holes Blacks sono stati arrestati. Fra di essi, anche Roberto Lallo, Giampaolo e Valerio che hanno militato sotto il moderato Ascone. Vi sono voci secondo cui lo stesso Ascioti Senior sia agli arresti domiciliari.
Di Giacomo, per i Verdi Ramarro’ssi , sostiene che “oggi dobbiamo apprezzare il grande trionfo della squadra del popolo contro il fronte unificato dell'arroganza di tutto il mondo e la guerra psicologica lanciata dalle Polo Nere."

giovedì 25 giugno 2009

Prossimo incontro: lunedi 6 luglio ore 21:00

Il Calciotto de Noantri ha spostato la sua attività presso l'Emirates Babel del Centro Sportivo Babel, Via Tommaso Traetta 70, Infernetto.





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giovedì 18 giugno 2009

Il nuovo acquisto dei Verdi Ramarr'ossi

giovedì 11 giugno 2009

Una metropolitana chiamata Moebius

La metropolitana di Boston è un sistema estremamente complesso, soprattutto da quando è stato aperto il nuovo raccordo di Boylston, che connette tutte le linee tra loro, creando un sistema chiuso. Un giorno scompare un treno, carico di passeggeri. Malgrado le ricerche non si riesce a trovarne traccia, mentre aumentano le denunce di scomparsa per passeggeri e conducenti. Il topologo Roger Tupelo ha una sua teoria: dato che il sistema è chiuso, il treno non può esserne uscito, quindi deve trovarsi ancora all’interno della rete. Non è visibile perché si è imbattuto in un “nodo”, che lo ha fatto entrare in una sorta di nastro di Moebius. Lo strano evento sarebbe dovuto all’altissima complessità dei collegamenti offerti dalla linea metropolitana dopo l’ultimo raccordo. Purtroppo Tupelo non ha idea del come sia accaduto, né quali possibilità ci siano per rimediare. Potrebbe forse spiegarlo Turnbull, esimio topologo e suo professore, ma risulta scomparso anche lui, e proprio sul treno in questione.
Il direttore generale White, pur scettico, coinvolge Tupelo in una riunione d’emergenza che si svolge durante la notte su un treno del metrò completamente vuoto. Nessuno è disposto a credere alle spiegazioni di Tupelo, nonostante tutti gli elementi indichino che il treno si trova ancora all’interno della rete (consumo elettrico, semafori e scambi che si azionano, ecc…) e nonostante tutti sentano distintamente il treno passare “sopra” di loro, senza riuscire a vederlo. La vicenda viene insabbiata e anche Tupelo smette di interessarsene. Ma un giorno, viaggiando in metropolitana, si rende conto di essere proprio sul treno fantasma. I passeggeri ignorano completamente l’accaduto e non sanno di essere lì da ben 10 settimane. Tupelo ferma il treno, avverte la direzione e finalmente riporta il treno in una delle stazioni successive. Lì lo attende White, ma solo per dirgli che un altro treno è appena scomparso. Il professor Turnbull non è più sul primo treno. Pare sia sceso in una fermata intermedia, più o meno all’altezza del percorso del nuovo treno scomparso.

Il racconto è degli anni ’50. La narrazione è in terza persona e la focalizzazione è concentrata quasi esclusivamente sul protagonista principale. Il narratore non lascia trasparire che pochi segnali, per un’interpretazione degli eventi, al di fuori delle spiegazioni che fornisce il protagonista. Il finale, difatti, è chiaramente aperto, anzi, ritorna al punto di partenza in una sorta di struttura circolare, lasciando al lettore la libertà e la responsabilità di trarre le proprie conclusioni.
Leggendolo è evidente che si tratta di un racconto estremamente semplice dal punto di vista della narrazione. Non dimentichiamo che il suo autore è uno scienziato che possiamo immaginare “prestato” alla narrativa, per una sorta di “divertissement”. Basta notare la sostanziale assenza di problematicità nell’affrontare degli eventi assolutamente inquietanti, la creazione di un atmosfera di quasi divertita curiosità (di interesse scientifico, potremmo dire) nella quale si muovono i protagonisti, la mancanza di qualunque caratterizzazione psicologica dei personaggi o di approfondimento sulle loro motivazioni.
Si può supporre che l’intenzione principale dell’autore fosse quella di creare una vicenda narrativa accattivante partendo dalle suggestioni di un paradosso matematico affascinante come il “nastro di Moebius”. Ciononostante, per il significato simbolico del suo “apparato scientifico” di base, per le implicazioni e gli stimoli che può offrire e, forse, anche per la sua sostanziale semplicità (che lo rende un materiale molto più accessibile e malleabile), Una metropolitana chiamata Moebius ha fornito al regista Gustavo Mosquera -alla ricerca di un soggetto- una base che si è rivelata particolarmente fertile.

Moebius
Lo stesso regista racconta in un’intervista come è nata la sua idea e quali sono i motivi che lo hanno spinto verso il racconto di Deutsch.

Avevo letto un racconto di A.J. Deutsch che si chiama Una metropolitana chiamata Moebius e che mi aveva colpito. Aveva quattro elementi fondamentali: primo, che in una rete chiusa di sotterranei un treno non possa scappare, pertanto la sua scomparsa implica qualcosa di più. Secondo, il fatto che non si veda la città in superficie permette un’ambientazione atemporale. Terzo, il racconto presenta un’ambiguità tra fantascienza e fantasia e, non concludendo il racconto con un finale chiuso, permette un maggiore mistero. Quarto, le connotazioni sociali che comporta, in un paese come il nostro, l’idea di “sparizione” di un treno [6].

La base narrativa e molti degli episodi del racconto sono stati ripresi e riportati fedelmente nel film, anche se a volte in posizione e contesti diversi. Ciononostante, com’è facile immaginare anche sulla base delle affermazioni di Mosquera, il film è dotato di ben altra densità. Se in Deutsch mancava la connotazione problematica, le questioni drammatiche venivano sorvolate o appena accennate, in Moebius quelle stesse questioni si caricano di un peso molto forte e di un’atmosfera inquietante, anche grazie alle precise scelte registiche di Mosquera.
Il film è quasi interamente girato nei sotterranei e le riprese indulgono sugli aspetti più fatiscenti e minacciosi della metropolitana; le rare riprese al di fuori della metropolitana sono comunque in ambienti interni, o in esterni dai colori cupi e distorti (con un’unica eccezione, di cui si dirà più avanti); la fotografia e le luci sono chiaramente legate alle simbologie dei colori e alle sensazioni che trasmettono: colori freddi per i sotterranei della metropolitana, colori caldi e accesi per l’interno dei treni, viola e tonalità cupe per gli esterni di Buenos Aires, ecc… Infine, gli attori sono caratterizzati fisicamente da lineamenti molto duri e la loro recitazione è improntata ad un’espressività inquietante e indecifrabile, con una voluta mancanza di eccessi emotivi.
Tutti questi elementi tendono a creare un’atmosfera di disagio e di inquietudine, piuttosto che di pura “curiosità” per lo strano evento, come invece si percepiva dal racconto di Deutsch.
D’altra parte, come affermato dallo stesso Mosquera, in una storia come questa entrano in gioco delle caratteristiche peculiari della situazione culturale e politica dell’Argentina. Infatti, il concetto di scomparsa e la sola parola “desaparición”, assumono in Argentina un significato ed un peso molto forti. È impossibile, in un tale contesto, parlare di sparizione senza che si affacci alla mente l’ombra della dittatura e la tragedia dei desaparecidos. Pertanto, un treno che scompare senza spiegazione, e soprattutto senza che nessuno dei responsabili politici, civili o militari delle linee ferroviarie e del paese se ne faccia carico, è ovviamente un richiamo metaforico fortissimo per qualunque spettatore consapevole, pur non essendo esplicito.
La volontà di dare un’interpretazione simbolica forte al film si evidenzia ulteriormente dalle scelte fatte dal regista riguardo al finale: sfruttando la conclusione aperta offerta dal racconto di Deutsch, Mosquera accresce il ruolo attivo ed interpretativo dello spettatore con l’inserimento, proprio nel finale, di un incontro fondamentale per il protagonista a bordo del treno fantasma. Questa scelta, con le conseguenze che comporta, fornisce al film un maggiore significato esistenziale ed universale, andando oltre (e in un’altra direzione) alla tragedia puramente specifica della realtà argentina per denunciare una condizione psicologica ed esistenziale diffusa e caratteristica della nostra realtà contemporanea.
Vediamo quindi il contenuto del film e in cosa si distingue specificamente dal racconto.

Un treno della metropolitana di Buenos Aires -il numero 86- scompare misteriosamente all’interno della linea. Il Direttore è costretto a rivolgersi allo studio che ha progettato la nuova Circolare Esterna, che ha collegato tutte le linee in un sistema unico. Al posto del progettista si presenta un giovane topologo, Daniel Pratt, incaricato dallo studio. Nonostante l’ostilità iniziale, il direttore Blasi gli espone il problema e lo convoca per una riunione sotterranea con i dirigenti statali.
Pratt scopre che il progetto originale della linea è opera del suo vecchio professore Hugo Mistein, che però risulta scomparso. Introdottosi in casa del professore con l’aiuto della ragazzina Abril, si impadronisce del progetto per poterlo studiare ed elabora la teoria secondo la quale la complessità della rete ha generato un nastro di Moebius che ha risucchiato il treno al suo interno. Con Abril torna nella metropolitana per partecipare alla riunione notturna. Lì, durante la conversazione con tecnici, politici ed esponenti militari, trova nuovi riscontri alle sue intuizioni sul nastro di Moebius e sulla connettività infinita della linea. Nessuno è disposto a credergli, nonostante si oda chiaramente il rumore del passaggio del treno, e la sua presenza venga rilevata dai sensori in diversi punti della linea contemporaneamente. Dato che nemmeno Pratt è in grado di fornire una soluzione, il rappresentante delle forze armate pretende cinicamente la chiusura della circolare, anche a costo di perdere per sempre i passeggeri del treno.
Tornato in superficie, Daniel Pratt ha una nuova intuizione osservando Abril sulle montagne russe: forse può riuscire a calcolare la posizione dei nodi che permettono l’ingresso nel nastro e trovare così il treno. Torna in metropolitana e comincia a viaggiare su diverse linee calcolando tempi, orari e velocità sul suo taccuino, per tutta la notte. Quando, esausto, decide di abbandonare le ricerche e prende il primo treno di passaggio, si rende conto di trovarsi proprio sul convoglio che stava cercando. Il quotidiano del passeggero accanto a lui, infatti, riporta la data del giorno della scomparsa e tutti i passeggeri sembrano immersi in un apparente stato ipnotico. Alla testa del treno Pratt trova il professor Mistein, che gli rivela le ragioni del fenomeno e le sue conseguenze. Pratt vorrebbe poter gridare a tutti la sua scoperta, ma ormai non può più, e comunque sa che nessuno gli crederebbe.
Il giorno dopo il treno 86 viene rinvenuto completamente vuoto e perfettamente intatto. Gli amministratori statali e militari accusano Blasi di aver creato un inutile allarmismo e gli impongono di insabbiare completamente la faccenda. Ma il direttore, perlustrando il treno, trova il taccuino su cui Pratt ha scritto i suoi appunti. All’interno c’è la testimonianza del giovane su quanto è successo. Blasi appare turbato e nasconde il taccuino in tasca. In quel momento il telefono avverte il centralino che un nuovo treno è scomparso. Adesso Blasi ha una testimonianza e sa di cosa si tratta, ma non sappiamo se ne farà uso o meno.

Per comprendere a fondo l’interpretazione che Mosquera ha voluto dare al racconto, è importante analizzare, oltre alle scelte già evidenziate, tutte le modifiche che il regista ha apportato al testo: modifiche che si concretizzano nell’eliminazione o nell’aggiunta di elementi e personaggi, nello spostamento –nell’arco della narrazione- di alcuni dei blocchi narrativi, e altro ancora.
Per quanto riguarda la disposizione dei nuclei narrativi di Moebius rispetto al testo di partenza, l’episodio della spiegazione della teoria di Moebius -con tutto l’insieme di reazioni, battute e resistenze che provoca- viene tolto al dialogo iniziale tra Tupelo e White (nel racconto) per essere affrontato durante la riunione notturna nel metrò.
In quel frangente sono presenti diverse persone, ognuna delle quali incarna un preciso ruolo sociale, politico o intellettuale; le loro differenti reazioni rispecchiano la caratterizzazione che Mosquera ha voluto darne. Ad esempio, il responsabile dell’ospedale militare dall’atteggiamento minaccioso e sprezzante o il tecnico della linea, aperto alle novità e disposto ad ascoltare, e così via.
In maniera simile viene trattata anche la questione delle denunce dei passeggeri del treno: dal racconto al film si perdono molti riferimenti -anche diretti- al numero degli scomparsi, all’insistenza dei parenti che reclamano notizie, perfino alle denunce e alle battaglie dell’informazione giornalistica. In Moebius troviamo un accenno brevissimo e quasi sfuggente durante il primo incontro tra Blasi e Pratt, con una conversazione telefonica in cui Blasi finisce perfino con l’accusare una madre di non essere in grado di badare ai propri figli e a ciò che fanno. Poi più niente. Non è difficile percepire il signifi
cato simbolico di questa opzione.